Dopo lo scandalo delle presunte torture sui disabili di una struttura di riabilitazione Castelbuono torna alla ribalta delle cronache per la demolizione di una scuola media a cui si affiancherà il nuovo plesso antisismico. Cittadini, insegnanti e genitori sono sul piede di guerra e parlano di sperpero di denaro pubblico. Il sindaco tira dritto per la sua strada: quando si parla di sicurezza sismica non c’è polemica che tenga.
Castelbuono – Quella scuola si deve demolire, dicono dal Comune, ma cittadini e docenti si oppongono e scendono in piazza. Il 30 dicembre scorso, a gran velocità, sono arrivate le ruspe che hanno iniziato a demolire la scuola media “Francesco Minà Palumbo” di via Sandro Pertini, istituto d’eccellenza con premi e riconoscimenti a livello internazionale, per altro ristrutturata e ammodernata anni addietro.
Insomma l’intenzione di erigere un’altra scuola accanto a quella esistente, ma con diverse aule in meno come dicono in paese, da parte del Comune di Castelbuono non è stata gradita dai cittadini che già parlano di sperpero di denaro pubblico.
In effetti il vecchio plesso, che pare si potesse adeguare alle nuove norme antisismiche con una spesa minore, era già stato rimesso in sesto spendendo, in 10 anni, 2 milioni di euro dunque c’era proprio bisogno di buttarlo giù?:
”…Proprio no – dice l’avvocato Stefano Polizzotto – in una fase storica in cui tutta l’azione amministrativa è proiettata al recupero del patrimonio edilizio esistente, a Castelbuono, un’amministrazione miope e sorda, senza coinvolgere i cittadini, ha deciso di presentare un progetto di “Adeguamento sismico”. Tale progetto, però, non prevede l’adeguamento dell’edificio esistente, come sembrerebbe dalle parole usate nella delibera di approvazione del progetto, ma l’abbattimento dell’edificio esistente, che credo possiamo definire “violento” attese le modalità con le quali si è proceduto giorno 30 dicembre ad eseguire l’atto scellerato. L’Amministrazione, infatti, con un atto di pura arroganza politica, nonostante il presidente del Consiglio comunale giorno 29 dicembre avesse dato rassicurazioni al Comitato spontaneo su una sospensione dei lavori nelle more di convocare un Consiglio comunale straordinario, ha abbattuto una parte dell’edificio, atto che ha inorridito tutta la comunità…”.
In effetti il comitato spontaneo di docenti e genitori era stato ricevuto in municipio dal presidente del Consiglio comunale, Mauro Piscitello, in data 29 dicembre e dalla riunione erano emerse diverse criticità sulla costruzione della nuova scuola quali l’inidoneità del nuovo istituto, la pericolosità dei lavori per la sicurezza degli utenti in concomitanza con le attività didattiche, la mancanza di due ingressi che, secondo le norme anti-Covid, servono per evitare assembramenti durante i momenti di deflusso, l’entrata e l’uscita, degli alunni e, non ultima, la possibilità di adeguare l’edificio esistente alle norme antisismiche per evitarne la demolizione.
In verità il presidente Piscitello si era espresso sulla possibilità di evitare la demolizione dell’edificio preesistente in considerazione del fatto che sullo stesso sono stati eseguiti diversi interventi strutturali e, non ultimo, di efficienza energetica. La riunione finiva con strette di mano e gli inevitabili auguri ma, il giorno dopo, ecco arrivare le ruspe di gran carriera fra le proteste di genitori e insegnanti:
”…Perché dire falsità? – si chiede Mario Cicero, sindaco di Castelbuono – capisco il clima elettorale ma bisogna dire la verità. Smentisco quella che considero una diceria ovvero che la scuola nuova sarebbe più piccola di quella esistente. L’attuale plesso si estende per un totale di 1271 metri quadri mentre quello nuovo sarà di 1532 e in più avrà una grande sala polifunzionale di cui la vecchia scuola non è dotata. Nelle scorse settimane sono stati consegnati i lavori all’impresa aggiudicatrice dell’appalto ed in questi giorni si stanno effettuando i lavori necessari alla predisposizione del cantiere per la costruzione della nuova scuola, che sorgerà nello spazio adiacente all’edificio esistente. Tali lavori prevedono l’abbattimento del muro esterno e del corpo laterale, e non anche la demolizione dell’edificio, che continuerà ad ospitare in sicurezza le attività didattiche. La demolizione della struttura esistente, per ragioni legate alla sicurezza sismica, è una prescrizione del Ministero erogatore del finanziamento, ed avverrà solo al termine dei lavori di costruzione del nuovo edificio…”.
Il Comune spiega le sue ragioni ma anche gli insegnanti sono sul piede di guerra: ”…Con i lavori di costruzione a due passi dovremo fare i conti con la sicurezza – ha detto Michela Cicero Bellizza, docente di Lettere – e mi chiedo anche con i rumori del cantiere come faremo ad organizzare le attività didattiche?..”.