La Cassazione smonta l’inchiesta Ceschìn: mandante e presunti killer in libertà?

Secondo i magistrati Margherita è stata strozzata su mandato dell’ex marito, ma per gli Ermellini gli indizi raccolti non sono sufficienti.

CONEGLIANO VENETO (Treviso) – Annullata con rinvio l’ordinanza di custodia cautelare per Enzo Lorenzon, Sergio Lorenzo e Juan Maria Guzman indagati per l’omicidio di Margherita Ceschìn, 72 anni, ritrovata cadavere il 24 giugno dell’anno scorso. La Cassazione ha infatti vanificato, con rinvio degli atti al tribunale del Riesame, il provvedimento in quanto mancherebbero sia la gravità indiziaria, sia le univoche individuazioni del mandante e la descrizioni degli altri ruoli. In dodici pagine gli Ermellini romani demoliscono larga parte del castello accusatorio costruito dai Pm Michele Permunian e Anna Andreatta della Procura di Treviso in relazione alla morte di Margherita Ceschin, strangolata nella sua abitazione di via XXVIII Aprile.

Il Ris accanto all’auto della vittima che abitava al primo piano della palazzina

Se il tribunale del Riesame, ad un nuovo esame dell’ordinanza, dovesse confermare la decisione degli Ermellini, Enzo Lorenzon, 80 anni, ex marito della Ceschin e ritenuto il mandante del delitto, Luciano Lorenzo, dominicano di 38 anni, sospettato di essere uno degli esecutori materiali dell’omicidio e Juan Maria Guzman, dominicano di 41 anni, ritenuto dagli investigatori dei carabinieri del Nucleo investigativo uno degli intermediari, potrebbero tornare in libertà. Il terzetto, che dovrà rispondere di omicidio volontario premeditato in concorso, pare si sia avvalso della collaborazione di un quarto complice, tale Jose Luis Mateo Garcia, latinoamericano di 29 anni, arrestato in Spagna lo scorso 5 gennaio.

Gli avvocati difensori Fabio Crea e Mauro Serpico dunque sarebbero pronti a chiedere la scarcerazione per tutti gli indagati mentre Lorenzon, affetto da una grave patologia ai reni, si trova già ai domiciliari presso una casa di riposo ma potrebbe tornare ad essere uomo libero. Quando i carabinieri giunsero nell’abitazione della Ceschin tutto faceva pensare ad una rapina finita male. Ma gli investigatori non ne erano convinti appieno tanto da seguire la pista economica considerati i rapporti molto tesi fra la vittima e l’ex marito, imprenditore vitivinicolo di Ponte Piave, a causa del divorzio in atto e dell’assegno da 10mila euro che l’uomo versava mensilmente all’ex coniuge e che non voleva più pagare. Lorenzon dunque avrebbe pianificato il disegno criminoso per sopprimere la ex moglie rivolgendosi alla fidanzata Dileysi Lorenzo Guzman, 33 anni, che provvedeva ad assoldare parenti, amici e conoscenti.

Una delle telecamere stradali che hanno ripreso i due uomini in bici

A portare gli investigatori sulla buona strada sono state le intercettazioni telefoniche e i reperti rilevati dal Ris. I presunti assassini, dopo aver soffocato la povera donna, si ripetevano al telefono una frase risultata determinante per proseguire l’inchiesta: ”Dobbiamo fare attenzione, e ripulire la macchina. Ma c’è di più: due telecamere stradali avrebbero ripreso Luciano Lorenzo e Juan Maria Guzman aggirarsi in bicicletta lungo via XXVIII Aprile alle ore 21 circa, con tanto di cappellino da baseball in testa. Alle 21.45 Margherita Ceschin rientrava in casa e alle 22.57 i due individui in bici venivano immortalati dagli occhi elettronici mentre scavalcano la recinzione dell’edificio.

Le stesse telecamere li avrebbero inquadrati più tardi quando, scavalcando di nuovo la cancellata, riprendevano le due ruote con le quali si allontanavano nel buio della notte. Le cimici telefoniche rivelavano anche che Lorenzon si manteneva costantemente in contatto telefonico con gli altri componenti della “banda” i quali, per ben due settimane, avevano effettuato sopralluoghi in zona per studiare le abitudini e gli orari della vittima. Poi la sceneggiata dell’ex marito della vittima che finge un malore durante i funerali della povera donna. Adesso però la posizione giudiziaria degli indagati potrebbe alleggerirsi di molto:

Juan Maria Guzman

”Secondo la Corte di Cassazione – spiega l’avvocato Fabio Crea – non ci sono gravi indizi che portino a identificare Enzo Lorenzon come il mandante e neppure gli altri come esecutori o partecipanti all’omicidio. Non ci sono insomma elementi per considerare l’ex marito, Lorenzo e Guzman coinvolti nel delitto”.

Dunque l’inchiesta, davvero certosina, potrebbe diventare carta straccia a breve. I magistrati inquirenti, quando il fascicolo tornerà sul banco dei giudici lagunari, faranno valere come prova il biglietto scritto durante l’estate scorsa da Lorenzo Guzman e indirizzato a Lorenzon, intercettato grazie ad un compagno di cella del dominicano, che gli investigatori ritengono sia una vera e propria confessione.

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