Insegnanti impazziti: la Polis va in tilt!

Chi ha inventato la piattaforma più macchinosa del mondo? A rischio graduatorie e posti di lavoro per il prossimo anno scolastico. Le difficoltà riguardano non solo l’accesso ma anche la scelta dei vari menù oltre ai diversi blocchi che costringono gli utenti a chiudere e ricominciare tutto d’accapo. Tanto perché la Pubblica Amministrazione è più semplice da interpellare. Quanto è costata ai contribuenti questa piattaforma on-line da Guinness dei Primati?

Roma – Siamo alle solite: vuoi utilizzare una piattaforma online della Pubblica Amministrazione? Il sistema va in tilt! Ogni volta che un cittadino italiano ha a che fare con una piattaforma online della Pubblica Amministrazione, meglio accendere un cero alla Madonna, sperando che la Sua intercessione faccia andare tutto per il verso giusto. Quando nemmeno l’invocazione alla Beata Vergine riesce a sbrogliare la matassa, sono cavoli amari.

Un fatto del genere è accaduto con la piattaforma online POLIS per iscriversi e scegliere le scuole come supplenti. Il termine richiama alla mente i piccoli stati autosufficienti, retti da governi autonomi e indipendenti l’uno dall’altro, dell’antica Grecia. Un modello a cui si sono richiamate anche le moderne democrazie per la partecipazione dei liberi cittadini alla vita politica.

Qui ci troviamo di fronte, invece, alla Presentazione Online delle Istanze, POLIS appunto, la piattaforma del Ministero dell’Istruzione, che gli insegnanti italiani devono utilizzare per presentare la domanda di assunzione dalle GPS, Graduatorie Provinciali per le Supplenze. E qui casca l’asino.

La procedura è stata aperta il 10 agosto e si è chiusa ieri, 21 agosto 2021, ma si sono riscontrate una serie di difficoltà da parte degli aspiranti. Ebbene no. Non si tratta né di un attacco hacker, né di un atto cyber terroristico, semplicemente la piattaforma è così dall’origine, una cagata pazzesca, sottodimensionata al carico di lavoro da espletare. Proprio delle gran teste di uovo, quelle che hanno ideato e realizzato un sistema del genere, non c’è che dire.

Il rischio fondato è che le scuole possano restare senza supplenti per il prossimo anno scolastico. Questo perché numerosi aspiranti docenti, non riuscendo ad indicare tutte le scuole per le quali desiderano partecipare, non risultano in nessun elenco.

Alla piattaforma si accede previa registrazione, dopo si aggiornano i propri dati e titoli posseduti ed in seguito si passa alle scelte delle scuole. E’ possibile inserirne fino a 150 e la maggior parte dei partecipanti le sceglie tutte, per avere più possibilità di lavorare. Ed ecco la grande trovata d’ingegno di chi ha pensato un programma del genere!

Poiché il web avrebbe dovuto velocizzare le pratiche da espletare, cosa viene escogitato, invece? Che le scelte vanno inserite una ad una – 150 sono proprio tante – attraverso una serie di menu a tendina da cui selezionare Comune, distretto scolastico o la singola scuola. Una volta inoltrata la domanda, qualora si commettesse qualche errore, il giro si ripete daccapo. Quindi la procedura prevista dal Ministero dell’Istruzione, nei fatti, si è rivelata astrusa e macchinosa.

La piattaforma manifesta inefficienze da giorni. La più frequente è che l’utente non riesce ad accedere dopo aver effettuato il login. I fortunati che lo fanno si trovano subito di fronte un’altra montagna da scalare: è difficoltoso andare avanti con la scelta delle scuole. Infine, succede anche che qualcuno venga espulso dalla piattaforma e deve ricominciare tutto dall’inizio. Le frustrazioni sono in primis per i docenti che effettuano la domanda, ma potrebbero riversarsi anche sulle normali famiglie italiane con figli in età scolastica.

La piattaforma POLIS ha la pretesa di gestire le domande di supplenza delle scuole di ogni ordine e grado, da quella per l’infanzia fino alla secondaria di secondo grado. Quindi se al ministero non si danno una mossa, molti insegnanti non riusciranno ad inserire le proprie preferenze. Non essendo inseriti non verranno mai chiamati dalle scuole. Quest’ultime, infatti, non avranno l’elenco a disposizione.

Le alternative sono: o viene riparato il sistema e si prorogano i termini per la presentazione della domanda; o il rischio che le scuole, per il prossimo anno scolastico, possano restare senza supplenti è molto alto. E questo, secondo la stampa mainstream, doveva essere il Governo dei migliori?          

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa