PUBBLICA AMMISTRAZIONE, EFFICIENZA COME L’ARABA FENICE

Storia semiseria di un povero cittadino a cui tutto diventa difficile e incomprensibile quando lo Stato impone e dispone.

E’ una storia come tante, banale forse, ma sintomatica di una tendenza diventata normalità, quando un cittadino qualsiasi ha a che fare con la pubblica amministrazione.

Il sig. Pinco Pallino ha avuto la fortuna o la sventura, dipende dai punti di vista, di essere stato sorteggiato dagli uffici comunali del piccolo Paese dell’appennino tosco-emiliano in cui vive, per il censimento permanente della popolazione e delle abitazioni realizzato dall’Istat.

Dal 2018, come è spiegato nella lettera e nel dépliant informativo che il sig. Pinco si è visto recapitare nella buchetta delle lettere, il censimento è organizzato in modo diverso dal passato: ogni anno sono chiamati a partecipare gruppi di cittadini individuati con criterio casuale tra le famiglie residenti nei comuni che fanno parte del campione. La rilevazione si svolge dal 10/10 al 13/11/2019.

I dati richiesti serviranno per conoscere le principali caratteristiche sociali e demografiche della popolazione del nostro Paese, il numero delle abitazioni e le caratteristiche della vita delle famiglie e degli individui.

La rilevazione è prevista dal Regolamento europeo n. 763/2008 ed è inserita nel Programma statistico nazionale (IST-02493). L’Istat è tenuto a svolgerla per legge e le famiglie sorteggiate sono obbligate a partecipare fornendo i dati richiesti. La violazione dell‘ obbligo di risposta è soggetta a sanzione amministrativa. Le informazioni raccolte saranno trattate nel rispetto della normativa in materia di tutela del segreto statistico e di protezione dei dati personali. I risultati saranno diffusi in forma aggregata, in modo che non sarà possibile risalire ai soggetti cui si riferiscono i dati.

Un incaricato del comune si recherà presso la famiglia sorteggiata, munito di tablet e di tesserino di riconoscimento, per effettuare l’intervista. In alternativa, dopo aver fornito alcune informazioni anagrafiche, si potrà decidere di compilare autonomamente il questionario. Oppure ci si potrà recare presso i CCR, i Centri Comunali di Rilevazione, attivi per tutto il periodo, dove si potrà compilare il questionario autonomamente o tramite intervista del rilevatore

Il nostro eroe, orgoglioso di essere stato sorteggiato, ha contattato gli uffici del comune per fissare un appuntamento. Il compito di effettuare la rilevazione statistica è stato assegnato alla polizia municipale. Il sig. Pinco è un pendolare, ha come giorni liberi il sabato e la domenica. Tutte le mattine che Dio manda in terra, dal lunedì al venerdì, si sveglia all’alba. Percorre col trasporto urbano, in bus e in treni dove i passeggeri sono stipati come bestie, circa 50 km per recarsi al lavoro in quel di Bologna. Impiega, quando va tutto bene, 90 minuti per giungere a destinazione e 90 per il ritorno. Tra ritardi, scioperi ed ingorghi, trascorre fuori casa (calcolando tempo di lavoro e di viaggio), almeno 11 ore. Si consola pensando che è una situazione comune a tanti poveri cristi, che fanno i salti mortali per sbarcare il lunario.

L’appuntamento è stato fissato per un sabato alle le 8,45. All’ora concordata si è recato negli appositi uffici, notando la presenza di una coppia, anch’essa in attesa della rilevazione statistica, fissata alla stessa ora. Il Sig. Pinco è single, abita in una casa di 59 mq, di cui sta ancora pagando le rate del mutuo. Le informazioni che ha fornito sono state meno numerose rispetto ad una famiglia con più componenti.

Ma, perché due appuntamenti alla stessa ora, sapendo in partenza di non poterli soddisfare entrambi contemporaneamente? Ah, saperlo!

E’ una piccola storia, forse insignificante, da cui è possibile trarre un piccolo spunto, per alcune sommarie riflessioni. Non è necessario aver frequentato un master in management, per sapere che fissare alla stessa ora un appuntamento, che durerà un’ora buona, non è indice di oculatezza, ma di superficialità. Serve un po’, mica tanto, di buon senso!

Certo, un appuntamento fissato da un pubblico ufficiale alla stessa ora a soggetti diversi per adempiere ad un obbligo del cittadino è una minuzia, fa parte di quelle cose che il grande principe della risata Antonio de Curtis, in arte Totò, definiva quisquilie, bazzecole, pinzillacchere. Però è altresì un sintomo di un malessere diffuso, endemico ormai, dei disservizi che la pubblica amministrazione offre agli utenti. Basta farsi un giro in un qualsiasi pronto soccorso ospedaliero per notare pazienti ammucchiati, in attesa di un soccorso che, ad un certo punto, potrà essere solo quello della divina provvidenza.  Esempi lapalissiani di come, in Italia, funziona tutto tranne lo Stato, per dirla alla  Oreste Lionello nel film “Attenti a quei P2”, anno 1982.

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