Gli esami non sono stati in grado di stabilire quando la sostanza fosse stata assunta. L’operaio è invece risultato negativo all’alcol test.
Genova – Il collega di Giovanni Battista Macciò, il camallo deceduto ieri notte in un incidente nel porto di Genova, è risultato negativo all’alcol test e positivo ai cannabinoidi, ma senza evidenti segni di alterazione al momento del sinistro. L’uomo, che era alla guida della ralla che ha schiacciato Macciò contro un’altra motrice, è stato sottoposto a esami clinici immediatamente dopo l’incidente.
Le analisi del sangue eseguite presso l’ospedale Galliera hanno rilevato tracce di cannabis, senza tuttavia determinare con precisione il momento in cui la sostanza fosse stata assunta. La Procura attende ora le controanalisi per confermare i risultati iniziali. Parallelamente, ulteriori test effettuati in ospedale per verificare eventuali stati di alterazione hanno dato esito negativo.
“Ero stanco, ho avuto un colpo di sonno a causa dell’iperlavoro”, ha detto l’uomo tramite il suo avvocato. “Sono distrutto per quello che è successo – ha aggiunto – L’altro collega (rimasto ferito, ndr) è come un fratello”. Quanto alla positività alla cannabis, l’operaio ha ammesso: “Ho fumato una canna uno o due giorni prima dell’incidente ma solo perché non riuscivo a dormire”.
Gli investigatori, insieme agli agenti della polizia stradale e agli ispettori della Asl3, stanno esaminando nuovi video registrati al terminal PSA per ricostruire l’accaduto. Le immagini disponibili mostrano che la ralla ha effettuato una manovra anomala: dopo un’inversione a U, ha continuato a sterzare anziché raddrizzarsi, fino a colpire Macciò e scontrarsi con l’altra motrice. Al fine di comprendere se quella manovra, al di là del tragico esito, fosse abituale, sono stati sequestrati ulteriori filmati relativi sia al giorno dell’incidente sia ai giorni precedenti.
Nonostante la dinamica sembri quella di un incidente stradale, gli inquirenti stanno valutando se contestare un reato diverso dall’omicidio colposo. Va considerato infatti che, all’interno del porto, non si applica il codice della strada ma normative specifiche legate al contesto portuale.