Chiusa l’indagine sul palazzo di sette piani costruito in Città Studi. Abuso edilizio, lottizzazione abusiva, falso e corruzione le ipotesi d’accusa.
Milano – La Procura di Milano ha chiuso l’inchiesta sul palazzo di sette piani costruito in un cortile di piazza Aspromonte, nel quartiere Città Studi, il primo caso di presunti abusi edilizi denunciato oltre due anni fa, nell’ottobre 2022. L’indagine, coordinata dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, ha portato il numero degli indagati da 12 a 26, accusati a vario titolo di abuso edilizio, lottizzazione abusiva, falso e corruzione. Tra gli indagati figurano il costruttore Andrea Bezzicheri della Bluestone Aspromonte, l’architetto Paolo Mazzoleni (attuale assessore all’Urbanistica di Torino), tecnici del Comune, membri della Commissione Paesaggio e l’ex dirigente Giovanni Oggioni, ora agli arresti domiciliari per un altro filone d’inchiesta.
Al centro dell’inchiesta c’è la costruzione di un palazzo di sette piani (27 metri di altezza) per 45 appartamenti e relativi box auto, realizzato dalla Bluestone Aspromonte srl in un’area interna di piazza Aspromonte, tra via Gran Sasso, via Garofalo e via Filippino Lippi. L’edificio, denominato Hidden Garden, è sorto al posto di una palazzina di tre piani (12 metri) demolita, in quello che i residenti e la Procura considerano un cortile, ma che la Commissione Paesaggio del Comune ha definito uno “spazio interno residuale” nel 2017-2020, autorizzando il progetto.
Secondo i pm, questa qualificazione è un falso ideologico, in contrasto con le evidenze del luogo e le norme urbanistiche dei Piani Regolatori 2012 e 2019, che vietano costruzioni più alte degli edifici preesistenti in cortili. L’autorizzazione, rilasciata tra il 2019 e il 2021, avrebbe violato i limiti di densità, altezza e distanza previsti dal Decreto Ministeriale 1444/1968, configurando una lottizzazione abusiva per l’assenza di un piano urbanistico attuativo obbligatorio per edifici oltre i 25 metri.
L’inchiesta è partita da un esposto di un comitato di residenti, che lamentavano la perdita di luce e aria a causa del nuovo edificio. La denuncia, presentata nel 2022, ha portato a un sequestro d’urgenza dell’edificio nell’ottobre dello stesso anno, non convalidato dal GIP Daniela Cardamone e confermato dal Tribunale del Riesame e dalla Cassazione nel gennaio 2024. I giudici hanno riconosciuto la “buona fede” del costruttore e l’ambiguità della nozione di cortile, ma la Procura ha proseguito, notificando la chiusura delle indagini nell’estate 2024 e un nuovo avviso il 18 aprile scorso, ampliando il numero degli indagati