La conta dei danni sarà possibile dopo l’attenuazione del tremendo fenomeno piovoso ma si parla già di decine di milioni di euro necessari per la ricostruzione dell’antica area storica
Nubifragio a Matera, allagati i Sassi. Strade come torrenti, l’acqua ha spazzato via tutto.
Il Comune di Matera ha attivato una linea diretta della protezione civile comunale per far fronte al nubifragio, che ha interessato Matera e Metapontino, e alla tromba d’aria registrata a Policoro. Alcune strade sono diventate dei torrenti, creando numerosi disagi alla circolazione stradale. Sono stati messi in allerta tutti i mezzi di soccorso della Basilicata, che stanno già operando su diversi fronti.
Fortunatamente, la situazione è tornata sotto controllo, seppur permangano delle difficoltà. L’accumulo di acqua ha provocato danni anche a parte della pavimentazione dei Sassi, in via Lucana. La violenza della pioggia, che ha interessato le vie degli storici rioni, è penetrata fino nelle abitazioni, provocando incalcolabili guasti. A Policoro, oltre al nubifragio, la zona è stata interessata da una tromba d’aria, che ha distrutto colture, capannoni agricoli, lidi balneari e anche alcune abitazioni vicine al mare. Uno smottamento si è verificato sulla strada Provinciale 3, nei pressi del Comune di Ferrandina.
Oltre cinquanta gli interventi dei vigili del fuoco per alberi abbattuti e illuminazione danneggiata. Il Sindaco Raffaello De Ruggieri, in seguito all’allerta arancione diffusa dalla Protezione civile, aveva già provveduto all’ordinanza di chiusura delle scuole di Matera. Alle ore 23, l’acqua alta a 187 centimetri ha evocato il record del 1966.
Leo Montemurro, presidente del CNA, vive a Matera, nei pressi della Cattedrale. Racconta che il giorno 12 novembre, nell’arco di un’ora e mezza, è caduta la quantità di pioggia che normalmente precipita in tutto l’inverno. Le immagini delle strade trasformate in torrenti, dei pavimenti divelti dalla furia delle acque e delle cascate in piazza Vittorio Veneto verso gli ipogei sottostanti, hanno invaso tutti i media.
Qualche attività produttiva e diversi ristoranti nei sassi hanno chiuso e difficilmente riusciranno a riaprire. Alcuni milioni di euro saranno necessari solamente per aiutare l’agricoltura a risollevarsi.
“Anche Matera, come Venezia e Firenze, è città d’acqua”, afferma Pietro Laureano, architetto e urbanista. “Costruita sui pendii digradanti di un pianoro elevato, la città capta le piogge, per convogliarle nei meandri delle stradine, delle grotte, delle cisterne e dei campi terrazzati. L’urbanizzazione ha svuotato le montagne, eliminando i presidi umani. L’erosione, contemporaneamente, ha cementificato vaste aree, ostacolando di fatto l’assorbimento dell’acqua nelle falde. E’ stato distrutto quel paesaggio a mosaico fatto di terrazzamenti, muri a secco, varietà coltivate, filari di alberi, drenaggi, che proteggevano il terreno e conservavano l’acqua.”
Le estremizzazioni climatiche hanno cosi un effetto devastante, innescando la desertificazione fisica e culturale: luoghi eccezionali sono oggi in estremo pericolo.