Fondi d’investimento per la terza età, ma anche viaggi e tecnologia: la “Silver Economy” vale più del Pil della Cina. E il mondo continua a invecchiare.
Roma – Il business degli anziani. Le società opulente a capitalismo avanzato stanno invecchiando sempre di più e stanno tendendo al cosiddetto “inverno demografico”, ovvero il calo spaventoso di nascite. Si invecchia e non nascono bambini, con gravi ripercussioni sui sistemi socio-sanitari. Ma mentre la politica si perde in chiacchiere senza alcun costrutto, c’è, invece, chi pensa al… futuro degli anziani. Parlare di futuro per chi ha già una certa età è una visione molto ottimistica. Comunque, ancora una volta, quando si avverte la possibilità di guadagnare, sentendo l’odore dei soldi, un branco di segugi si è messo alla caccia dei consumatori dai capelli bianchi. Si tratta dei fondi d’investimento e assicurativi alla ricerca di nuove “prede” da spolpare, offrendo loro delle possibilità remunerative nel… tempo.
Il processo d’invecchiamento della popolazione è considerato dagli analisti del settore un megatrend per eccellenza, ossia un processo destinato a manifestarsi nel lungo periodo in modo irreversibile. Intorno al lauto banchetto si sta sviluppando un giro d’affari che sta crescendo in maniera esponenziale. Il comparto, denominato “Silver Economy” (Economia d’argento) pare valere intorno ai 15.660 miliardi di dollari, secondo al PIL (Prodotto Interno Lordo) degli Usa, ma prima di quello della Cina. Il sistema è incentrato, principalmente, sull’ambito della salute, ma anche a quelli per i quali sono necessari tempo e soldi da spendere, quali benessere, viaggi, intrattenimento e, finanche, i social network. Addirittura si sta pensando agli effetti dell’Intelligenza Artificiale (IA) orientata alla sostituzione di tanti lavoratori prossimi alla pensione.
Sui mercati finanziari sono apparsi diverse attività e fondi orientati all’invecchiamento della popolazione. D’altronde, le statistiche dell’ONU e di altri organismi internazionali segnalano che le persone over 60 passeranno dall’11% del 2011 al 22% del 2050, con marcate differenze per aree. In Africa, ad esempio, la percentuale di popolazione oltre i 65 anni di età è del 3%, nel Nord America sale al 17% e in Europa al 19%. I fondi di investimento stanno puntando molto sull’assistenza sanitaria e sulle aziende biofarmaceutiche che adoperano i componenti ricavati dall’utilizzo di sostanze biologiche, i cosiddetti “biologici”. La Rome Business School, una delle principali Business School in Italia che offre programmi di Master e MBA (Master in Business Administration) e di formazione Executive Education (per manager e imprenditori), in un suo studio ha evidenziato che la spesa in “AgeTech” crescerà entro il 2025 fino a 2 miliardi di dollari. Le pensano proprio tutte pur di far soldi: ci si riferisce alla progettazione, produzione e distribuzione di tecnologia specificamente pensata per la popolazione anziana. Ciò include il design di app e dispositivi a misura di anziani.
Si sta, infatti, iniziando a parlare di “Longevity Economy”, che sostituirà la “Silver Economy”. Si tratta di un progetto che comprende la salute fisica, mentale, sociale e finanziaria di una società che invecchia sempre di più. Uno scenario di questo tipo ci fa comprendere come il Sistema Sanitario Nazionale e quello degli altri Paesi più progrediti stiano per andare a ramengo, tanto che si sta celebrando un’estrema unzione lenta, lenta, ma che porterà alla loro estinzione. Con gravi danni per la gran parte di popolazione, che non potrà permettersi risorse finanziarie per investire in fondi e assicurazioni e che, con molta probabilità, periranno prima. Altro che vecchiaia: oltre al danno, anche la beffa!