Le ricerche del corpo di Saman Abbas sono riprese anche nella Bassa Reggiana e soprattutto nelle vicinanze degli argini del Po. Il fiume potrebbe restituire il corpo della vittima o di ciò che ne resta attese le parole di quel messaggio telefonico che la madre della studentessa avrebbe inviato ad un amico della figlia. Nulla di certo, almeno al momento.
Novellara (Reggio Emilia) – Rimangono 5 gli indagati per la morte di Saman Abbas. Per omicidio premeditato e occultamento di cadavere, oltre ai genitori di Saman, Shabar Abbas e Nazia Shaheen, sono attivamente ricercati lo zio Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale del delitto e i due cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz.
Quest’ultimo, detenuto nel carcere di Reggio Emilia da tre mesi, avrebbe partecipato alla fase preparatoria del disegno criminoso. Secondo il tribunale del Riesame, adito dal difensore dell’indagato Ikram Ijaz, infatti, ci sarebbe stata una riunione “logistica” il 30 aprile scorso, alcune ore prima della scomparsa di Saman, per stabilire tutti i particolari dell’omicidio e su come disfarsi del cadavere della diciottenne “rea” di aver rifiutato un matrimonio combinato con un consanguineo pakistano molto più grande di lei.
In Pakistan il rituale di morte riservato alle donne “dissidenti” che non si piegano alla volontà religiosa integralista, è tremendo: la donna deve essere uccisa ed il cadavere smembrato e gettato via. Tradotto in linguaggio criminale si può ipotizzare che Saman sia stata ammazzata in maniera brutale ed il suo corpo sezionato e seppellito in un posto ben preciso e lontano da occhi indiscreti. Qualora non sia stato dato in pasto ai maiali.
Questa ipotesi, contenuta negli atti del tribunale del Riesame, che ha rigettato la richiesta di scarcerazione di Ikram Ijaz, faceva parte del fascicolo investigativo aperto dalla Procura reggina a seguito delle dichiarazioni rese dal fratello della vittima:”…Ha detto: io faccio piccoli pezzi – ha riferito ai magistrati il sedicenne fratello della vittima – e se volete porto anch’io a Guastalla…”.
Sulla scorta di questa confessione gli investigatori avrebbero supposto sia la premeditazione dei familiari nell’ordire l’omicidio, sia la distruzione e l’occultamento dei “pezzi” del cadavere poi nascosti probabilmente in più luoghi appunto per “eliminare” della povera Saman qualsiasi ricordo, come una barbara tradizione impone.
A questo punto, e sulla scorta delle dichiarazioni rese dal fratello di Saman, lo zio Danish Hasnain avrebbe compiuto materialmente il delitto dopo la consegna della vittima da parte dei suoi genitori. A questo punto i due cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz avrebbero provveduto alla dissezione del cadavere i cui pezzi sarebbero finiti nelle buche scavate preventivamente dai due giovani che sin dal 29 aprile si trovavano nei paraggi dell’azienda agricola dove lavoravano.
Può darsi anche che il corpo di Saman sia stato nascosto altrove (in Bassa Reggiana nelle vicinanze del Po?) ma non tanto distante da Novellara. Guastalla, infatti, dista un quarto d’ora di strada dalla casa di Saman Abbas e forse proprio in quella zona, ricca di allevamenti e coltivazioni, potrebbe essere stato nascosto il corpo senza vita della giovane studentessa.
Altro indizio a carico dei congiunti e parenti della povera Saman è rappresentato dalla precipitosa fuga dei cinque indagati verso nazioni diverse. I genitori di Saman rientravano in Pakistan mentre lo zio e i due cugini fuggivano verso la Francia e il Belgio (o la Spagna) dove sono braccati dall’Interpol. I tre indagati avrebbero potuto contare su connazionali pronti a nasconderli o disposti a fornire loro documenti falsi per raggiungere il Pakistan. Il padre di Saman, lo zio e i due cugini fuggivano via, per altro, senza avvisare il loro datore di lavoro, titolare dell’azienda agricola di Novellara.
Particolare questo che aggraverebbe ancora di più la loro già compromessa situazione giudiziaria. Di tutto questo, e ancora di più, ne avrebbe discusso la stessa Saman con i carabinieri:
”…Parlando con mia madre le dicevo: dai mamma, tu sei una mamma, lui è troppo grande per me – rivelava Saman ai militari – anche lui non vuole sposarsi con me. Lei mi rispondeva che non è una decisione mia…Le reazioni di mio padre erano violente a livello fisico. Mi picchiava. Una volta, 5 mesi fa, ha lanciato un coltello nella mia direzione e non ha colpito me, ma mio fratello ferendolo a una mano…“.
Ma c’è dell’altro:”…Sicuramente con il delitto d’onore si vuol far scomparire il corpo della donna per non farlo ritrovare mai più – conferma l’antropologo Simone Borile – la macchia è tale che non deve rimanere nemmeno il ricordo…”.
Le ricerche sono riprese oltre che sulla terraferma anche sul Po. Un amico fidato di Saman avrebbe rivelato che la mamma della ragazza, Nazia Shaheen, tramite un sms lo avrebbe informato della morte della studentessa poi sepolta in Italia. La donna, ricercata dalla polizia internazionale assieme al marito, non avrebbe però indicato il luogo dove sarebbe stato nascosto il cadavere. Con un po’ di fortuna, a breve potrebbe esserci una svolta nel giallo di Novellara.