Il Bonus Psicologo 2025 è confermato, ma basta per affrontare la crisi della salute mentale in Italia?
Il bonus psicologo è stato confermato anche per il 2025, in base a quanto stabilito dalla Legge di bilancio. Si tratta di un contributo economico destinato a sostenere le spese per sessioni di psicoterapia. Fu introdotto nel 2022 in seguito alla pandemia che tanti problemi ha portato con sé, materiali e psichici, come ansia, depressione e attacchi di panico. Tuttavia, non mancano motivi per essere angosciati in Italia. Basta ricordarne solo due: l’aumento dei prezzi e la condizione economica delle famiglie, che fanno i proverbiali salti mortali per mettere insieme il pranzo con la cena, soprattutto se è monoreddito. E’ comprensibile, quindi, la diffusione di piattaforme che offrono consulenze psicologiche a prezzi modici.
I bonus non rappresentano la panacea di tutti i mali e sembrano più una toppa ad un vestito che è liso e andrebbe cambiato. Il problema è strutturale, nel senso che servirebbero ingenti investimenti nel pubblico assumendo personale qualificato. Ma con la crisi della sanità, il comparto della psicologia è stato, finora, accantonato come un oggetto inutile.
Negli ultimi anni sono cresciuti in maniera esponenziale gli aiuti psicologici. In un sondaggio condotto dall’Ordine nazionale degli psicologi nel 2021 emerse che in seguito alla pandemia i disagi derivati dall’ansia erano cresciuti dell’83%, quelli depressivi e dell’umore del 72%. Il bonus psicologo è stato definito “una misura di urgenza assegnata dopo la pandemia, quando erano più palesi le macerie psichiche”. E’ chiaro che un fenomeno del genere non può risolversi con misure di urgenza, ma con un intervento complessivo sulla stato della salute mentale. Se da un lato il bonus ha soddisfatto una evidente necessità di persone che altrimenti non avrebbero saputo a chi rivolgersi, perché andare dallo psicoterapeuta costa, dall’altro si è constatato che ci si è rivolti allo psicologo per la prima volta, in quanto fino ad allora non se lo potevano permettere. A confermare il diffuso malessere nella società. Il problema di fondo è che nel nostro Paese lo Stato è presente con la sua… assenza.
Negli ultimi tempi sono sorte molte piattaforme private di telepsicologia che hanno coperto un vuoto della sanità pubblica non in grado di dare risposte convincenti ai pazienti. Succede, quindi, che chi ha bisogno si rivolge alla tecnologia che offre un sostegno tempestivo con terapie a un costo inferiore rispetto a quelle in presenza. Inoltre rappresentano un toccasana perché si può fare terapia dappertutto e quando si ha tempo. Ecco spiegato il loro successo. L’aspetto poco convincente è che i privati, in quanto tali, pensano al marketing e i dati sensibili raccolti e le azioni tracciate dalle piattaforme possono essere ceduti a Meta, TikTok o LinkedIn per motivi che di supporto psicologico non hanno nulla.
E’ imbarazzante notare che le persone si trovano in un “cul de sac”, perché le alternative latitano e le istituzioni dormono il sonno della ragione che genera mostri. Come affermò Francisco Goya (pittore e incisore spagnolo, considerato il pioniere dell’arte moderna, vissuto tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX), in una delle sue opere più significative, una metafora con cui l’artista invitava a non perdere il controllo dell’intelletto, senza cui il mondo sarebbe sopraffatto da impulsi violenti e indomabili. Purtroppo, basta alzare gli occhi e guardare oltre il proprio naso per rendersi conto che l’intelletto è fuori controllo da tempo immemore e i disastri sono sotto gli occhi di tutti.
La salute fisica e psichica andrebbe salvaguardata a tutti i costi come bene pubblico inalienabile, non considerata alla stessa stregua di una qualsiasi merce che si trova su uno scaffale di un supermercato!