Una fonte di energia rinnovabile in costante crescita, che presenta pro e contro. Panacea di ogni problema per alcuni, dannoso abbaglio per altri. I dati di una ricerca ci aiutano a capire meglio la questione.
Roma – Qual è lo stato di salute del fotovoltaico in Italia? Nonostante il fotovoltaico sia una delle fonti di energia rinnovabili che ha avuto un grosso sviluppo negli ulti tempi, gode ancora di cattiva reputazione e falsi miti. I dati elaborati da ITALIA SOLARE ci informano che sono stati installati in sei mesi 1 GW di nuova potenza fotovoltaica, pari a quasi 72mila impianti. La sigla GW sta a indicare i gigawatt e viene utilizzata per misurare la potenza prodotta su grande scala, utilizzando le diverse fonti di energia.
Italia Solare è un ente del terzo settore a difesa dell’ambiente e per la produzione di energia da fonti rinnovabili., Inoltre, promuove la loro integrazione con le smart grid, la mobilità elettrica e con le tecnologie per l’efficienza energetica che incrementano le prestazioni energetiche degli edifici. Si tratta di un insieme di reti di informazioni e di distribuzione dell’energia elettrica. È una rete considerata “intelligente” poiché ottimizza la distribuzione dell’energia elettrica, decentralizza le centrali di produzione dell’energia e minimizza sovraccarichi e variazioni della tensione elettrica. Nonostante la diffusione degli impianti, esistono ancora molte perplessità, ad esempio sullo smaltimento o il possibile impatto ambientale e sui terreni agricoli. Oltre ai dubbi manifestati nei confronti dell’energia solare in quanto non in grado di raggiungere la sufficienza e indipendenza energetica.
Continua ad aver seguito l’idea delle difficoltà di smaltimento dei pannelli solari, da cui deriva la convinzione di essere altamente inquinanti. In realtà, il fondamentale materiale che viene usato per produrre pannelli solari è il silicio, che è a basso impatto ambientale e altamente riciclabile. Una volta che un impianto fotovoltaico giunge a termine del suo ciclo vitale, i materiali vengono recuperati e quindi sono pronti per nuove produzioni. Questo perché il fotovoltaico è rispettoso dell’ambiente e ogni pannello ha una riciclabilità che oscilla tra l’80 e il 90%. Un’altra nomea difficile da sfatare è l’idea che “i pannelli fotovoltaici non riducono effettivamente le emissioni di CO2 (Anidride carbonica)”.
Questa considerazione non è proprio campata in aria. Infatti, quando il pannello viene prodotto le fonti energetiche utilizzate dalle fabbriche sono quasi tutte tradizionali. C’è da segnalare, tuttavia, che le energie rinnovabili stanno assumendo una percentuale preponderante nel quadro energetico globale negli ultimi anni. Le ultime tecnologie applicate hanno rivelato che l’energia necessaria per produrre un modulo fotovoltaico viene compensata dall’energia prodotta dallo stesso modulo in meno di un anno di funzionamento.
Dopo questo tempo, il modulo ritorna pulito e rinnovabile. Ma il pregiudizio più tetragono è quello relativo alla convinzione che i pannelli solari riducano il terreno agricolo. I dati diffusi dall’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) hanno confutato questa convinzione e risulta che solo il 12,4% di superficie agricola è effettivamente utilizzato e coltivato. Un’altra lamentela riguarda il danno che il fotovoltaico provocherebbe sulla biodiversità. L’installazione non è possibile in aree protette e simili per i vincoli di tutela. Dall’altro lato, è da notare che c’è abbondanza di terreni agricoli devastati dall’uso di pesticidi e diserbanti.
Questi sì, sono un danno per la biodiversità! Invece dove vengono istallati gli impianti, l’utilizzo della “chimica” è vietata e ciò determina benefici per il terreno. È chiaro che per sfruttare al massimo l’energia solare, non bastano solo i pannelli. A questi vanno affiancati degli “accumulatori” in grado di immagazzinare l’energia prodotta durante le ore di luce per poterla riutilizzare al calare delle luci. Se fotovoltaico dev’essere, fotovoltaico sia. Anche perché è uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 dello Sviluppo Sostenibile.