Femminicidio-suicidio, il solito tragico copione

Le donne che non denunciano o che ritirano le denunce, sempre più spesso, firmano la loro condanna a morte. Un compagno che non accetta il termine di una relazione e dimostra insofferenza che raggiunge la violenza deve rappresentare un campanello d’allarme. In questi casi rivolgersi alle Forze dell’ordine salva la vita.

Scalea – Un altro femminicidio che, forse, si poteva evitare se solo la vittima avesse denunciato per tempo il suo presunto stalker. Ilaria Sollazzo, 31 anni, insegnante di sostegno e Antonio Russo, di 25, guardia giurata, entrambi di Scalea, avevano deciso di convivere diversi anni addietro.

Antonio Russo, la loro bambina rimasta orfana, e Ilaria Sollazzo.

Una relazione sentimentale con alti e bassi che, negli ultimi tempi, era diventata motivo di sofferenza per la donna. La nascita di una bimba non aveva apportato alcuna miglioria nel rapporto fra i due che, da qualche mese, pare risentissero del peso delle conflittualità che si erano scatenate nell’ambito familiare. Poi sono iniziati gli screzi e le liti dai toni alti e con queste la decisione di chiudere quella unione malata da parte di Ilaria che aveva resistito alle prevaricazioni di Antonio che non voleva saperne della separazione:

”…Conoscevo i due giovani e le loro famiglie – racconta Don Cono Araujo, parroco della chiesa di San Giuseppe Lavoratore di Scalea – spesso venivano in parrocchia, insieme alla bambina…Erano una coppia affiatata, si volevano bene. Anche dopo la separazione il clima tra i due era normale. Qualcosa, però, si è rotto…”.

Evidentemente così è stato. Ilaria aveva vinto il concorso come titolare di cattedra ed aveva preso servizio, agli inizi di settembre, presso il liceo Metastasio di Scalea. La donna era contenta, il compagno meno, stando a quanto aggiunge il sacerdote:

Don Cono Araujo

”…Credo che Antonio non vedesse di buon occhio l’autonomia economica della compagna – continua don Cono – penso che la sua indipendenza lo avesse fatto infuriare… Ilaria, alcuni giorni prima della tragedia, era venuta in chiesa per incontrare i catechisti. Lei adorava stare con i bambini, per anni ha insegnato catechismo. Come al solito ci siamo messi a chiacchierare. Era abbastanza serena, sorridente, mi aveva detto che sarebbe andata ad un compleanno di amici. Ilaria amava la vita e aveva tantissimi amici…”.

La fine della relazione con Antonio non era stata una passeggiata di salute nemmeno per Ilaria, soprattutto perché di mezzo c’era andata la figlia. A tre mesi dalla separazione la guardia giurata aveva ereditato l’azienda di famiglia ed era diventato amministratore dell’istituto di vigilanza assai conosciuto in paese. Avendo maggiori disponibilità economiche l’uomo aveva tentato più volte di giocarsi l’ultima carta per riconquistare la madre di sua figlia ma senza successo.

Ilaria, dicono gli amici, era fermamente intenzionata a chiudere definitivamente quella relazione e faceva di tutto per riconquistare l’indipendenza. La donna aveva fermamente rifiutato tutti i tentativi di riconciliazione che il compagno le aveva proposto nonostante le sue intemperanze che, qualche volta, avevano impaurito la povera insegnante. La donna era sempre gentile con il suo ex e mai si sarebbe rivolta a lui con rabbia o con risentimento. Al contrario dell’uomo che avrebbe iniziato a seguirla tanto da spaventare Ilaria che aveva riferito le sue angosce ai suoi congiunti.

L’auto della donna dopo il femminicidio

La docente però non avrebbe sporto denuncia forse ritenendo che il tempo avrebbe giocato a suo favore mitigando i comportamenti di Antonio. Sino al termine della vicenda che è culminata l’1 ottobre scorso quando la donna, di ritorno da una festa di amici, verso le 2 di notte, sotto casa dei genitori in via Paolo Borsellino, non ha intravisto l’ex compagno seminascosto dall’oscurità. L’uomo si sarebbe avvicinato allo sportello lato guida della Y10 di Ilaria tentando di aprire la portiera. La donna, intuendo che Antonio l’avrebbe afferrata per farla scendere con la forza dalla vettura, avrebbe azionato la sicura.

A questo punto Antonio avrebbe impugnato la sua pistola avvicinandola al vetro dello sportello per poi premere il grilletto. Il cristallo andava in frantumi ma i 6 proiettili sparati praticamente a bruciapelo colpivano a morte Ilaria che stramazzava sul sedile in un lago di sangue. Subito dopo Antonio rivolgeva la canna dell’arma verso la sua tempia destra e faceva fuoco per l’ultima volta.

L’agguato dell’uomo nella notte

L’uomo scivolava sull’asfalto accanto all’auto della sua ex compagna mentre poco dopo giungevano in zona gli inutili soccorsi e le pattuglie dei carabinieri. Non c’era più nulla da fare.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa