Nonostante le modifiche al Codice Rosso e al decreto Caivano i femminicidi non si arrestano mentre il dibattito sull’immigrazione divide il governo. Cresce la preoccupazione nella società italiana. Scarseggiano le coperture finanziarie.
Roma – Non si fermano i femminicidi e nemmeno le azioni di forza a Napoli. Nonostante le recenti modifiche al Codice Rosso, l’introduzione del decreto Caivano ed i recenti blitz interforze, la situazione sembra fuori controllo e l’Italia si afferma tra i cinque Paesi UE con più alto numero di donne ammazzate. Anche alcuni magistrati cominciano a “giustificare o legittimare” la violenza. Basti pensare alla decisione schock del tribunale di Firenze sullo stupro di gruppo che ha assolto gli imputati, descritti nella motivazione della sentenza giovani “condizionati da un’inammissibile concezione pornografica della relazione con il genere femminile“, prosciolti dalle gravi accuse perché “hanno errato nel ritenere sussistente il consenso“. Siamo davvero alla frutta.
M non basta. E che dire della recente richiesta di assoluzione di un pubblico ministero a Brescia che ha intrepretato i maltrattamenti verso una donna come una questione “culturale”? La politica sembra essere impotente e a volte assente ed ora anche divisa sul versante dell’immigrazione. Il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, nel rispondere all’interrogazione parlamentare su Caivano, ha promesso ulteriori “rinforzi”:
“Siamo al lavoro per definire un ulteriore pacchetto di misure tese a rendere ancora più incisive le politiche di sicurezza perseguite dal Governo fin dal suo insediamento, che richiedono il rafforzamento delle capacità operative delle Forze di polizia avviato con l’ultima manovra di bilancio”.
Il commissario straordinario per la riqualificazione di Caivano, Fabio Ciciliano, prtecipando alla manifestazione tenutasi al Parco Verde nel cortile della scuola con carabinieri e l’Esercito alla presenza di istituzioni, docenti, genitori ed alunni, ha spiegato:
“Sono qui per testimoniare la presenza dello Stato, un po’ allentata ma che c’è sempre stata. E’ cruciale e fondamentale ricominciare dalla scuola e farlo adesso”. Don Patricello da parte sua ha rincarato la dose: “Dobbiamo lottare contro certa gente perché il bene possa emergere. Qui le persone sono terrorizzate, non scendono di casa.
Con la riforma del Codice Rosso sono previste più misure cautelari, più braccialetti elettronici e una formazione più rigorosa degli operatori impegnati sul fronte anti violenza. Il Parlamento ha fatto la sua parte, ora spetterebbe al governo mettere gli uffici giudiziari in condizione di rendere la legge effettiva, con tutte le difficoltà del caso, perché le risorse a disposizione nella prossima legge di Bilancio sono poche. Anzi, probabilmente nulle.
Ma gli eventi degli ultimi mesi, con cadenza quasi quotidiana, confermano che la violenza sulle donne è una priorità, dunque è urgente intervenire in modo più efficace su un quadro drammatico di violenze familiari continuate, di denunce inascoltate, di carenza nella protezione delle vittime e di sottovalutazione del rischio. In questi giorni a Catania la responsabile del coordinamento, Rosaria Leonardi, segretaria confederale Cgil ha preso posizione affermando che “il tema delle donne è centrale anche rispetto ai grandi cambiamenti che i cittadini chiedono oggi al Governo nazionale”. Proprio in termini di diritti e di riforme, e nel manifesto ‘La Via Maestra’ che riassume le richieste, è stata ovviamente inserita la voce ‘lavoro‘. Al suo interno si segnala come prioritario l’aumento degli stipendi e delle pensioni e il rinnovo dei contratti nazionali detassando gli aumenti.
Ma ad oggi non sembrano essere sull’agenda governativa questi temi di importanza vitale. Sull’aumento degli sbarchi di stranieri a Lampedusa, una portavoce della Commissione UE, rispondendo ad una domanda sulla situazione, ha chiarito la posizione di Bruxelles:
“Supportiamo l’Italia a livello operativo e finanziario. Abbiamo schierato operativamente 450 dipendenti da Europol, dall’agenzia per l’asilo e Frontex, che sono sul campo. Finanziariamente stiamo aiutando l’Italia con l’assistenza di emergenza, sono stati forniti all’Italia 14 milioni per sostenere la situazione, la capacità di accoglienza e i trasferimenti dall’isola alla terraferma. Questo è il supporto che stiamo fornendo all’Italia, siamo pronti a fornire supporto, e questo è ciò che stiamo facendo“.
Francesca Basile, responsabile Migrazioni della Croce Rossa Italiana, dall’hotspot di Contrada Imbriacola a Lampedusa, fa sapere che ci sono circa 4.200 presenze e che la situazione è al limite:
“Gradualmente, stiamo cercando di tornare alla normalità. Nonostante le criticità, abbiamo cercato di distribuire brandine alle persone per non fale dormire all’addiaccio, abbiamo fornito a tutti cibo e fatto la distribuzione della cena e anche nella giornata di oggi tutti riceveranno ciò di cui hanno bisogno”.
Su questo tema aumentano le distanze tra il leader della Lega e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini che ha evocato il complotto, dietro l’emergenza immigrazione proveniente dal Mediterraneo, definendo gli sbarchi a Lampedusa “un atto di guerra” ed ha chiesto un cambio di passo al premier Giorgia Meloni con decreti sicurezza più incisivi e rigorosi. Salvini ha anche accusato la Germania di “pagare” le proprie Ong affinché sbarchino più migranti in Italia.
Nel frattempo alcuni sondaggi evidenziano minore fiducia nei riguardi del governo, nonostante la crescita del partito di Meloni. Il consenso nell’esecutivo si ferma al 42%, un punto percentuale in meno rispetto a giugno e addirittura 18 punti percentuali in meno rispetto all’ultimo mese dell’esecutivo di Mario Draghi, Fratelli d’Italia sopra il 30%, crescono anche il Pd e il M5S.