Giungono finalmente buone notizie dal fronte green d’Europa. Gli investimenti sul fotovoltaico sono in crescita in quasi tutto il vecchio Continente. Un affare colossale i cui risultati in termini di risparmio di energia tradizionale si vedranno fra diversi anni.
Il fotovoltaico va a gonfie vele in tutta Europa. Gli ultimi due anni sono stati contrassegnati dalla pandemia, da cui è scaturita una crisi economica e sociale che ha avviluppato l’Europa in una morsa terrificante e, in ultimo, come ciliegina sulla torta, di cui avremmo fatto volentieri a meno, la guerra in Ucraina con l’aggressione da parte della Russia. Eppure nonostante questo contesto a dir poco nefasto, c’è un settore che va alla grande in tutta Europa e sta superando le più rosee previsioni. In realtà negli ultimi tempo ha subito un’accelerata, ma sono ben dieci anni che si sta diffondendo come principale fonte di energia rinnovabile.
Non c’è che dire: è un chiaro segnale della probabile rinuncia alle fonti inquinanti tra i principali responsabili del cambiamento climatico, di cui proprio in queste ultime settimane abbiamo patito la sua forte bipolarità. Ad un caldo eccessivo fuori regola, si sono sostituite piogge torrenziali e allagamenti, con danni a persone e cose. Procedendo in questa maniera l’Europa, tramite il fotovoltaico, potrà veramente raggiungere l’obiettivo di essere totalmente autosufficiente entro il 2050 se riuscisse a rendere concreto tutto il potenziale di energia rinnovabile diffusa nel continente. Il fotovoltaico, tra le fonti di energia rinnovabile, è quella che sta avendo una ponderosa e rapida crescita.
SolarPower Europe, organizzazione che riunisce 300 rappresentanti di tutti i settori energetici, nonché le Pmi (Piccole medie imprese) e una serie di decisori da tutta l’UE, nel suo report annuale, ha stimato che la crescita è stata del 34% nell’ultimo anno, con, addirittura, 25 dei 27 Paesi che hanno investito maggiormente in energia solare. Ora è giunto il momento di accelerare il cambiamento, anche perché sono ben visibili i danni del cambiamento climatico sul pianeta e sulla nostra specie. L’utilizzo delle fonti rinnovabili non solo sarà prezioso per la salvaguardia dell’ambiente, ma anche per risparmiare sui costi energetici nel lungo periodo. Ogni megawatt di energia generato dalle rinnovabili, rappresenta un uso minore di combustibili fossili. Nonostante gli sforzi, l’Italia in questo settore arranca.
Anche perché, nel nostro Paese la gran parte degli impianti di produzione di energia rinnovabile sono datati e avrebbero bisogno di un rinnovamento. Molti impianti sono vecchi di almeno dieci anni e manifestano scarsità di potenza. Com’è necessaria la manutenzione degli impianti per aumentarne la potenza e mantenere ad un certo livello l’efficienza. Per fare questo ci vogliono denaro e tempo. Due fattori che in Italia scarseggiano. Se non apre i cordoni della borsa lo Stato, stiamo freschi! Gli imprenditori nostrani eccellono nell’essere più che altro prenditori. La capacità di innovazione e di sognare per costruire quello che adesso non c’è ma ci sarà non sono nelle corde di chi fa impresa in Italia. Ma un pericolo si è già palesato all’orizzonte, assumendo le sembianze del Dragone cinese.
Infatti i produttori cinesi stanno guadagnando spazio nel settore. La Commissione Europea ha dato il via libera per aiuti pubblici che ammontano a 1,2 miliardi di euro. Con questo congruo gruzzolo, gli investimenti dell’Europa nel fotovoltaico a favore dell’agricoltura, avrebbero un sostanzioso supporto. Potranno essere sovvenzionati direttamente fino al 90% dei costi di investimento totali. Un bel malloppo per il sostegno delle aziende agricole e agroindustriali a vantaggio dell’utilizzo delle energie rinnovabili. Ma poiché siamo in Italia e, come si dice in questi casi, poiché conosciamo i nostri polli, il forte rischio è che questo fiume di denaro possa essere preda di mani rapaci, rendendo vano l’investimento e l’obiettivo!