Ottobre si avvicina e la crisi energetica perfetta è ormai dietro l’angolo. La politica intanto è indaffarata con la campagna elettorale e non sembra preoccuparsene. Tutti promettono un domani migliore quando sanno perfettamente qual è la drammatica situazione.
Roma – La questione della crisi energetica nazionale e sociale rischia di esplodere in autunno. La campagna elettorale di questi giorni ormai dilaga con proposte, indicazioni, soluzioni ai tanti problemi futuri. Intanto cittadini, famiglie e imprese sono stremati dal caro bollette, dal costo dell’energia e dall’aumento dei beni di prima necessità. Una bomba sociale che si prepara ad esplodere senza che ancora vengano prese decisioni per calmierare i costi divenuti insopportabili per tutti. Soprattutto per i meno abbienti. Fino adesso solo promesse e parole di solidarietà dai vari partiti che, comunque, non cambiano lo stato di sofferenza e precarietà che si stanno registrando in tutto il Paese.
I problemi di mese in mese aumentano, creando seri problemi di sopravvivenza. Il bilancio del turismo sembra, fino adesso, abbastanza positivo. Purtroppo tutto questo non servirà a molto fino a quando non si affronterà la questione del caro energia. Non c’è località in cui le bollette energetiche delle diverse strutture siano divenute insopportabili in questo periodo. Occorre, da subito, che il governo intervenga per raddoppiare il credito d’imposta in modo tale che le imprese respirino in questo momento drammatico in cui i costi dell’energia sono arrivati alle stelle. Se poi il governo non metterà un tetto alle bollette non si potrà uscire da questo infausto circuito che sta impoverendo tutta l’economia italiana.
L’impegno di intervenire, immediatamente, dovrebbe chiaramente estendersi anche a livello europeo. In sostanza anche quei settori ove la stagione estiva è andata così bene stanno per collassare, azzoppati da questo drammatico aumento dei costi dell’energia. Figuriamoci per tutte le famiglie che non hanno entrate economiche extra ed ora devono anche affrontare i costi derivanti dall’inizio dell’attività scolastica. Insomma, se a lamentarsi dell’aumento dei costi sono le aziende che hanno un mercato in continua espansione, figuriamoci il cittadino o le famiglie che, stremate dall’impazzimento dei prezzi, non riescono neanche ad arrivare alla metà del mese.
Tutti i partiti tentano di carpire il consenso promettendo soluzioni per fare diminuire i costi energetici, ma fino a quando non verranno reintrodotte le quote di emissione gratis, che vuol dire incidere immediatamente sulla bolletta, non si potrà risolvere nulla. Ma in Europa c’è un assordante ed imbarazzante silenzio. Non c’è più tempo da perdere ed i vari leader della maggioranza e dell’opposizione devono prepararsi al cambio di stagione. Chi ha alle spalle una lunga consuetudine di governo deve prepararsi a dismettere il doppiopetto ministeriale senza sentirsene troppo denudato e chi ha indossato i panni della denuncia troppo facile e demagogica deve, invece, abituarsi a reggere ai problemi governativi con maggiore austerità.
Potrebbero alternarsi maggioranze e coalizioni, le più svariate come peraltro già accaduto, ma fino a quando non si tiene l’orecchio sulla strada il distacco tra elettorato attivo e passivo, ossia tra elettore e candidato non potrà mai congiungersi. Astensione record, dunque, dietro l’angolo. L’industria manifatturiera italiana rischia il tracollo, i costi della crisi energetica sono diventati insostenibili e il prezzo del metano è fuori controllo. Occorre trovare risorse per sterilizzare l’insopportabile aumento della bolletta energetica per le aziende. Il Paese è in piena campagna elettorale. Il Governo Draghi è in carica per il disbrigo degli affari correnti, ma siamo in “emergenza nazionale”, si deve pertanto fare qualcosa. Adesso.
Dunque perché non rispondere all’appello di Calenda a discutere con il governo Draghi di misure urgenti in materia di politica energetica? Sarebbe proficuo ed intelligente farlo, peraltro la campagna elettorale si fa su temi di interesse e non sul teatrino politico di chi è più bravo e sensibile. Se i leader politici si incontrassero e si occupassero di risolvere un problema così grave ed urgente come quello energetico, ne guadagnerebbe in credibilità l’intera classe dirigente.