È l’era dei “maranza”: se li conosci… li capisci

Un termine che ha battezzato un fenomeno sociale caratterizzante la nostra società: riguarda i giovani adolescenti sul cui mondo, però, c’è spesso molta confusione e tanti pregiudizi.

Roma – Attenzione: nelle nostre città imperversa il “maranza”. Ma “chi è costui?” si potrebbe dire, tanto per parafrasare la famosa frase manzoniana pronunciata da Don Abbondio nei Promessi sposi riferendosi al filosofo greco Carneade. E invece il “maranza” è balzato con prepotenza agli onori della cronaca dall’estate scorsa, quando sui quotidiani è scattato l’allarme sulle “baby gang” che imperversavano nelle città italiana.

Il clou c’è stato col raduno “L’Africa a Peschiera del Garda” promosso tramite TikTok, il social network che sta spopolando tra i più giovani. Il raduno, come si evinceva dal titolo, era rivolto, soprattutto, a italiani e africani residenti in Italia. In quell’occasione si sono verificate, come riportato dalla stampa, sia violenze da parte dei partecipanti, che abusi per l’eccessivo uso della forza della polizia. Come si ricorderà, l’evento diventò oggetto di contesa politico. L’occasione fu colta al volo da Matteo Salvini per suggerire una delle tante sue “cavolate”, ovvero il ripristino della leva obbligatoria (sic!). Il fenomeno si diffuse a tal punto da diventare di dominio pubblico e i famosi… segugi della notizia, i cronisti italiani noti per il loro fiuto sopraffino, si lanciarono alla ricerca del significato di “maranza”.

Uno dei cavalli di battaglia di Matteo Salvini è la reintroduzione della leva obbligatoria.

Il termine, ormai diventato familiare, spesso, è stato associato a locuzioni quali “allarme sicurezza” e “invasioni di litorali”. Il fenomeno, come tanti che dal Web arrivano sulle prime pagine dei giornali, da fatti puramente digitali si trasformano in altro, entrando di prepotenza nella nostra vita quotidiana. Il termine “maranza” non è venuto fuori in questi mesi. Come ha riportato Wired, rivista mensile statunitense considerata la “Bibbia di Internet”, la locuzione fu utilizzata negli anni ’80 del secolo scorso. Indicava, nello slang milanese, quelli che venivano definiti “truzzi”, “coatti”, “tamarri”. Ovvero, secondo la consuetudine corrente, si tratta di persone che per i loro “modi” hanno un aspetto che manifesta “rozzezza e volgarità”.

Le loro tracce sono state trovate anche negli anni 2000, accostate all’immaginario dell’electronic dance music, una vasta gamma di generi musicali elettronici a percussione creati soprattutto per discoteche, rave e festival. Per un certo periodo si è trattato di un fenomeno di nicchia e noto nei sottoboschi musicali ed è stato, sempre associato a un immaginario “tamarro” discotecaro. Solo negli ultimi anni il termine si è discostato dal suo significato originario. La “rete” è ricca di gruppi che aggrediscono a calci e pugni i malcapitati operatori di video in streaming che cercano di riprendere il fenomeno. Si tratta di giovanissimi che vengono definiti col termine “maranza”. Sono, per lo più, molto giovani e si spostano in gruppo. Sono particolarmente facinorosi, indossano quasi sempre tute senza maniche. È stato, però, TikTok nel 2022, a dare la spinta decisiva verso la definitiva consacrazione, tanto che il suo hashtag ha ottenuto centinaia di milioni di visualizzazioni.

TikTok è uno dei social preferiti dai “maranza”.

Ed è attraverso TikTok che sono emerse le peculiarità di un ben identificato giovane. Ha i capelli ricci che pendono sulla fronte o, a volte, con taglio doppio; tuta, preferibilmente Nike, o maglia da calcio; piumini senza maniche; inevitabile borsello a tracolla, la famosa sacoche; attratto dalla vita e dal linguaggio della strada; amante del drill. Quest’ultima locuzione (dal verbo to drill, letteralmente trapanare) deriva dallo slang di strada di Chicago e significa aggredire o vendicarsi attraverso un’arma. C’è da dire che il borsello sembra essere un ritorno agli anni ’70 del ‘900, quando questo oggetto si impose tra i maschi, diventando un vero e proprio “cult”. Piaccia o no, i “maranza” sono figli di questi tempi e prima di criminalizzarli, vanno, per lo meno, conosciuti!

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