Cinque uomini e una donna accusati di resistenza a pubblico ufficiale. Indagini Digos su vandalismi e minacce.
Milano – Tensione e disordini hanno segnato la manifestazione nazionale pro Palestina svoltasi ieri a Milano. Sei persone, cinque uomini e una donna tra i 19 e i 30 anni, sono state denunciate dalla Polizia di Stato per resistenza a pubblico ufficiale, con uno accusato anche di danneggiamento e un altro di possesso di un coltello a serramanico. A far discutere è stata una scritta choc – “Spara a Giorgia” – comparsa su una vetrina di una banca, indirizzata alla premier Giorgia Meloni. La Procura di Milano attende l’informativa della Digos per aprire un’indagine formale, mentre il sindaco Sala e rappresentanti politici condannano le violenze.
Il corteo, partito da piazza Duca d’Aosta con circa 15mila partecipanti, era stato organizzato per chiedere la fine del conflitto a Gaza e aiuti umanitari. Tuttavia, un gruppo di circa 40 persone, riconducibili all’area anarchica e antagonista, ha compiuto atti vandalici lungo il percorso. In piazzale Baiamonti, la situazione è degenerata: i manifestanti hanno lanciato fumogeni e oggetti contro le forze dell’ordine, scandendo cori come “Tout le monde deteste la police”. Le vetrine di banche (tra cui Banco Bpm e UniCredit) e negozi come Starbucks e Burger King sono state danneggiate, mentre scritte spray accusavano le attività di essere “complici del genocidio”. La scritta contro Meloni, apparsa in piazzale Lagosta, ha scatenato un’ondata di indignazione.
La Questura di Milano aveva predisposto un dispositivo di ordine pubblico per monitorare il corteo. In piazzale Baiamonti, gli agenti dei reparti mobili hanno isolato il gruppo responsabile dei disordini, circondandolo e separandolo dal resto dei manifestanti. Sette persone sono state fermate e portate in via Fatebenefratelli per identificazione; sei di loro sono state denunciate. Oltre all’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, uno dei fermati risponde di danneggiamento per aver vandalizzato una vetrina, mentre un altro è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico. Nei confronti di tutti è stato disposto il Daspo urbano, con tre fogli di via da Milano e un avviso orale per un denunciato con precedenti.
La Digos di Milano sta analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza e i video registrati durante il corteo per attribuire responsabilità precise. L’attenzione è puntata non solo sui danneggiamenti, ma anche sulla scritta minacciosa contro la premier, che potrebbe configurare reati come istigazione alla violenza. La Procura, coordinata dal pm di turno, aspetta un’informativa dettagliata per aprire un fascicolo. Tra gli obiettivi, chiarire se i disordini fossero pianificati e se il gruppo antagonista abbia agito con il supporto di altri manifestanti.
La scritta “Spara a Giorgia” ha suscitato reazioni unanimi di condanna. Il sindaco Giuseppe Sala, in un post sui social, ha definito le minacce “intollerabili”, esprimendo solidarietà a Meloni. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha parlato di “fatti gravissimi, frutto di una campagna di odio politico”. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’intervento della polizia, sottolineando che “ha evitato che la situazione degenerasse”. Anche il governatore lombardo Attilio Fontana ha stigmatizzato i vandalismi, definendoli “inaccettabili”. Gli organizzatori del corteo, legati ad associazioni palestinesi, hanno preso le distanze dai violenti, invitando senza successo il gruppo a desistere.