Dazi, dopo stop di Trump l’Ue sospende per 90 giorni le tariffe contro gli Usa

In Italia un sospiro di sollievo per il mondo di imprese, artigiani, pmi, coop e agricoltori. Coldiretti chiede l’eliminazione anche del 10%.

Roma – Lo stop ai dazi reciproci lanciati dal presidente Usa Donald Trump giorni fa, con effetto immediato e per ora in vigore per tre mesi, ha riacceso la speranza in chi continuava a premere per aprire una fase negoziale tra Washington e i partner commerciali e scongiurare una guerra commerciale. Così anche ll’Ue ha a sua volta deciso di sospendere per 90 giorni i dazi contro i prodotti americani, come ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Accolgo con favore” l’annuncio di Trump “di sospendere i dazi reciproci. È un passo importante verso la stabilizzazione dell’economia globale. Condizioni chiare e prevedibili sono essenziali per il funzionamento del commercio e delle catene di approvvigionamento”, ha scritto su X von der Leyen.

Prima dell’annuncio, l’Ue aveva in preparazione anche l’attivazione del ‘bazooka’  ed era arrivato il via libera alla lista dei controdazi in campo per rispondere agli Usa: tariffe, in gran parte del 25%, da applicare in tre tranche (15 aprile, 16 maggio, 1° dicembre). Quando si parla di “bazooka” si fa riferimento allo strumento anti-coercizione (Aci) entrato in vigore nel dicembre 2023, che si applica nei confronti di Paesi terzi che esercitano una pressione indebita sull’Unione o su un suo Stato membro. Le misure di deterrenza possono colpire qualsiasi ambito, dai prodotti merceologici ai servizi digitali. La scelta di prevedere un quadro normativo comunitario contro la coercizione di Paesi terzi risale al 2020, quando la prima Commissione di Ursula von der Leyen annunciò l’intenzione di varare uno strumento di dissuasione in risposta ad azioni commerciali aggressive. Il piano mirava ad arginare Russia, Cina e gli Stati Uniti del “primo” Trump che avevano imposto dazi sull’acciaio e l’alluminio.

Spetta alla Commissione Europea attivare la procedura, verificando l’esistenza di uno stato di coercizione economica su propria iniziativa o a seguito di una richiesta formulata da uno o più Stati membri. Dal momento in cui il dossier viene aperto, Palazzo Berlaymont ha 4 mesi di tempo per ultimare l’analisi e per presentare una proposta formale al Consiglio. Occorrono poi altre 8-10 settimane per certificare la coercizione e chiederne l’interruzione al paese terzo. Ma adesso dopo lo stop gli Usa applicheranno solamente una tariffa del 10%, verso tutti gli importatori eccetto la Cina, per la sua ritorsione contro Trump è soggetta a dazi ancora più alti di prima, fino al 125%. 

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si dice convinto “che alla fine si andrà sul vero tema, tornare al fair trade dal free trade, che ha creato concorrenza sleale, che ha fatto danni enormi all’Italia e anche agli Stati Uniti”. Prendendo atto dell’iniziativa di Trump – “era quello su cui al G7 chiedevo di orientare la nuova Amministrazione americana”. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha sottolineato come “il governo italiano dal primo momento ha scelto un approccio che non favorisca una guerra commerciale che, lo abbiamo capito tutti, danneggerebbe cittadini e mercati americani, europei e di tutto il mondo”

Un sospiro di sollievo, come ci si aspettava, anche dal mondo di imprese, da artigiani, pmi, coop, agricoltori. “Siamo sempre stati contrari ai dazi. Coldiretti chiede invece che Trump elimini anche il 10% di dazio ancora applicabile a tutti. Il nostro auspicio iniziale è che le trattative negoziali possano prevalere sui dazi”, ha detto il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, secondo cui in questa pausa di 90 giorni c’è “una volontà di non respingere la strategia negoziale sperando che possa tradursi in un quadro di maggiore certezza dei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea”. Confcommercio, con il direttore del centro studi Mariano Bella, sottolinea che, in attesa di comprendere meglio, appare “una ottima notizia per almeno due aspetti”. Il primo è economico: “Almeno per tre mesi i dazi non incideranno sul reddito disponibile reale di 8 miliardi di persone”, si ferma l’effetto di “un impoverimento generalizzato“.

La seconda è che “tutti noi osservatori abbiamo dubitato della credibilità degli Stati Uniti, questa manovra sui dazi non l’avevamo capita, se ora abbiamo un interlocutore difficile ma credibile è un bene”. Perché la decisone? Forse perché “imprenditori e investitori americani hanno fatto sentire la loro voce, quello che è arrivato dai mercati è il messaggio chiaro che questa strada non era percorribile”. Per Confesercenti la sospensione dei dazi reciproci, in mancanza di trattative serie, non fa altro che rinviare “un problema che resta comunque irrisolto”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa