Chiede lavoro al Caf ma riceve il RdC: sotto processo per truffa aggravata allo Stato

Che cosa si nasconde dietro al caso giudiziario di un cittadino straniero indagato per aver percepito indebitamente il Reddito di cittadinanza? Come lui si trovano migliaia di persone che si sono rivolte al Caf per trovare lavoro e si sono viste recapitare a casa un bel po’ di soldi. Salvo poi a doverne rispondere in tribunale rischiando la reclusione da uno a cinque anni e una multa da 309 a 1.549 euro.

Roma – L’odierno indagato, nel 2019, si trovava in cerca d’occupazione. Aveva circa 19 anni e si affacciava per la prima volta sul mondo del lavoro dunque con grande voglia di fare si recava presso un CAF della sua città per chiedere informazioni. Gli impiegati spiegavano che c’era l’opportunità di iscriversi ad un “programma di avviamento al lavoro” e che entro alcuni mesi avrebbe ricevuto a casa alcune offerte di impiego.

Per avere questa opportunità, ovviamente, ci si doveva iscrivere al programma compilando alcuni moduli disponibili negli stessi uffici del Centro di Assistenza Fiscale. Veniva dunqe fissato un secondo appuntamento per compilare il modulo. Il CAF stesso provvedeva alla trascrizione del modulo su Internet, rivolgendosi al beneficiario con un semplice “firmi qui” rassicurando il futuro lavoratore con un sintetico “tra qualche tempo la chiameremo per farle sapere come va la pratica“.

Anziché ricevere offerte di lavoro, dopo qualche tempo, giungeva casa dell’indagato il Reddito di Cittadinanza, ovvero circa 1000 euro mensili tondi, tondi. Il “mancato” lavoratore interpretava tale provvidenziale regalo come il buon esito della pratica e l’inserimento effettivo del suo nominativo nel programma di avviamento al lavoro.

Dopo circa due anni l’INPS scriveva al protagonista di questa brutta vicenda, chiedendo la restituzione delle somme percepite a titolo di reddito di cittadinanza perché i presupposti per tale erogazione non c’erano proprio in quanto, per il buon fine dell’operazione, era richiesta la permanenza in Italia da almeno 10 anni. Requisito che il poveraccio in questione non aveva proprio poichè residente nel paese di Bengodi da soli 4 anni.

A questo punto si potrebbe pensare che il nostro amico non avesse fatto altro che il “furbetto“, come tanti altri suoi connazionali ed altrettanti italiani, e che avesse inteso approfittare di tale beneficio con artifizi e raggiri. Macchè. L’interessato insisteva nel dire che proprio al CAF gli avevano prospettato un avviamento al lavoro, non già la percezione di un reddito che lo sostenesse poichè disoccupato. Niente da fare. L’uomo veniva infine sottoposto a interrogatorio di Polizia, poiché finito sotto inchiesta per truffa aggravata ai danni dello Stato.

Alle richieste di chiarimenti su come fosse possibile che un CAF, centro esperto in tali procedure ed al quale si rivolgono tutti coloro che si trovano in situazioni simili, avesse avviato una pratica senza prima accertarsi se sussistessero i requisiti di legge, la risposta ci ha lasciato letteralmente basiti.

Il funzionario interpellato rispondeva che questo non era l’unico caso di pratica di Reddito di cittadinanza gestita in maniera anomala da un CAF, ma che in situazioni analoghe si trovavano migliaia di persone. Tutte rivoltesi al CAF il quale, anziché accertare la presenza dei requisiti richiesti, curava soltanto la compilazione del modulo presso i propri uffici, facendo firmare gli interessati senza alcuna indagine né formalità.

A questo punto i futuri lavoratori firmavano in fiducia senza accertarsi se quanto sottoscrivevano fosse o meno giuridicamente fondato, affidandosi al centro per quanto riguarda il buon esito della richiesta.

Solo in un secondo tempo capivano che il CAF, forse interessato ad istruire il maggior numero di pratiche, aveva indotto in errore i firmatari, i quali avevano apposto la sottoscrizione senza alcuna consapevolezza di ciò che siglavano. Gli ignari cittadini non venivano avvisati sui requisiti né tantomeno sulle sanzioni, per cui non vi era consapevolezza di appropriarsi di somme indebite.

Adesso li aspetta il processo e, probabilmente, una sentenza di condanna con tanto di risarcimento e sanzioni. E per il Caf? Nessuno ha preso provvedimenti? Sono sotto inchiesta anche loro? Ogni pratica istruita viene retribuita? Qualcuno dovrà pure rispondere a queste domande.

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