Le nuove attività investigative potrebbero portare ad una svolta reale ma è ancora troppo presto per trarre conclusioni. L’inchiesta che vedrebbe Anna Corona e Giuseppe Della Chiave indagati per sequestro di persona rimane al momento soltanto un’indiscrezione. L’avvocato della donna, Gioacchino Sbacchi, dichiara di aver appreso la notizia in tv e chiederà spiegazioni alla Procura.
Mazara del Vallo – Se la bambina vista a Milano e ripresa con un video da un vigilantes era Denise Pipitone, quanto accaduto rappresentava la seconda parte della sparizione della figlia di Piera Maggio.
La prima parte del rapimento sarebbe maturata all’interno della famiglia “allargata” di Mazara del Vallo. I due momenti diversi della scomparsa di Denise, strettamente legati fra di loro, sono stati costellati da indagini superficiali, depistaggi e connivenze che potrebbero essere svelati a breve se si farà avanti l’anonimo autore della lettera spedita all’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di fiducia di Piera Maggio e Pietro Pulizzi.
Quest’ultimo, padre biologico di Denise Pipitone (il cui cognome appartiene al primo marito di Piera Maggio) ma genitore anche di Jessica e Alice, le due ragazze avute dal suo primo matrimonio con Anna Corona. Come sempre sostenuto da Piera Maggio e da una parte degli inquirenti Anna Corona e Jessica Pulizzi non avrebbero mai accettato la nuova famiglia di Pietro dopo la separazione.
Anna e la figlia Jessica per anni avrebbero accusato Piera Maggio di aver distrutto affetti e unione familiare addossando alla “rivale” ogni loro sventura. A riprova di questa grave situazione di attrito le due donne avrebbero provocato un incendio nell’erboristeria della madre di Piera Maggio che dalle due congiunte avrebbe subito violenze verbali, piccoli danni e pesanti pettegolezzi.
La sparizione di Denise, dunque, potrebbe essere in relazione con questa sorta di “faida” familiare ma le responsabilità sono ancora tutte da dimostrare con le presunte indagini a carico della stessa Anna Corona e di Giuseppe Della Chiave, nipote di Battista Della Chiave, il testimone sordomuto poi deceduto, che aveva rivelato di aver visto la bambina in un capannone di Mazara del Vallo in braccio al giovane intento a fare una telefonata.
L’iscrizione sul registro degli indagati di Corona e Della Chiave (per altro già finito nell’inchiesta anni addietro senza nessuno strascico giudiziario) al momento non è stata confermata e rimane dunque un’indiscrezione. Lo stesso legale di fiducia della donna, l’avvocato Gioacchino Sbacchi, a suo tempo assai noto per aver difeso Giulio Andreotti, afferma di avere appreso la notizia della presunta iscrizione nel registro degli indagati della sua assistita dalle televisioni.
La Procura di Marsala, in tal senso, non avrebbe confermato l’indiscrezione (non l’avrebbe nemmeno smentita) ma occorre ricordare che la stessa Jessica Pulizzi, figlia di Anna e Pietro, era stata assolta da ogni addebito con sentenza passata in giudicato proprio per lo stesso reato per cui oggi la madre sarebbe sotto inchiesta ovvero per sequestro di persona o, meglio, concorso in sequestro di persona.
Solo indizi, nessuna prova, motivarono gli Ermellini nel 2017 e sino ad oggi quella sentenza è rata e valida, salvo nuove e più consistenti prove di colpevolezza che avrebbero fatto riaprire le odierne indagini. Tutto è ancora da vedere ed è giusto che gli inquirenti, almeno stavolta, vadano con i piedi di piombo e nel silenzio più assoluto.
Adesso spunta la lettera anonima:”… Sono 17 anni che so, non ho parlato prima per paura – scrive a Frazzitta l’anonimo delatore – e sono sicurissimo al 100% di quello che ho visto…”. Dopo l’appello del legale a farsi avanti, l’autore della missiva ne avrebbe scritta un’altra alla redazione di Chi l’ha Visto. Anche la redazione della trasmissione condotta da Federica Sciarelli ha esortato l’anonimo autore della missiva a metterci la faccia anche in forma riservata e protetta.
E in attesa che chi ha scritto batta un colpo, per chi ci crede, tornano alla ribalta le dichiarazioni di Felice Grieco, la guardia particolare giurata che, in servizio davanti ad una banca in centro a Milano, aveva visto una bimba identica a Denise accompagnarsi con una zingara ed altri rom:
”… La dovevo fermare, mi sarei tolto ogni dubbio – racconta Grieco – chiesi di inventare una scusa per poterlo fare, mi dissero di no. Ero nervoso, non sapevo come agire. Se l’avessi bloccata e non era lei sarei finito nei guai. Quando è arrivata la pattuglia chiedendomi dove si trovasse la bambina gli ho fatto presente che, dato il tempo trascorso, il gruppo era andato via. Chiesi alla poliziotta se le potevano interessare i filmati che avevo fatto e glieli ho mostrati. Lei è sbiancata e ha invitato per radio i colleghi a fare controlli a tappeto, ma tutto il gruppo era sparito senza lasciare traccia…”.
Sempre secondo Grieco la bambina non sarebbe stata rapita soltanto da Anna Corona e Jessica Pulizzi:
“…E’ ovvio che non hanno fatto tutte da sole – ha sempre sostenuto Grieco – ci deve essere stata una regia. Per poter fare quello che hanno fatto hanno dovuto avere l’appoggio di qualcuno, a meno che quel giorno la bambina si è trovata smarrita nel vicolo e un passante se l’è presa e l’ha portata via…”.
Ammesso e non concesso che le cose siano andate cosi a Mazara in molti sanno la verità ma temono, ad esempio, che ci possa essere anche lo zampino di Giuseppe D’Assaro, pregiudicato, ex marito di Rosalba Pulizzi, sorella di Piero, padre di Denise.
L’uomo (in carcere per l’omicidio di Sabine Maccarrone uccisa il 16 aprile 2007 per il quale, invece, veniva assolto in Corte d’Appello Gianni Melluso detto Gianni Il Bello per non aver commesso il fatto) poi collaboratore di giustizia, avrebbe dovuto installare una cimice e poi far parlare la ex moglie e la figlia sulla bimba scomparsa.
Ma la cimice non venne mai attivata. Chi diede quell’ordine e perché? Adesso la vicenda potrebbe raggiungere finalmente una svolta decisiva ma siamo solo agli inizi del secondo atto di una commedia infinita.