L’ipotesi più accreditata è quella di uno sconosciuto che, una volta entrato nello stabile e nella casa della vittima, abbia tentato di aggredire l’ex agricoltore per poi accoltellarlo e fuggire via indisturbato, Ma alcuni particolari pare che non tornino: la porta d’ingresso era chiusa dall’interno e sembra non presentasse segni d’effrazione. Le indagini si restringono sulla badante e sul suo compagno.
Guidonia Montecelio – Sette coltellate per rubargli 600 euro dal conto corrente? L’uomo è stato ritrovato riverso sul pavimento in un lago di sangue da figlia e genero distrutti dal dolore. La porta di casa era chiusa dall’interno con due mandate.
Brutta fine per Luigi Panzieri, 86 anni, ex agricoltore in pensione, morto ammazzato a colpi di coltello sferrati con violenza e verosimilmente con un’arma da taglio affilata probabilmente da qualcuno che conosceva. L’anziano abitava al sesto piano di uno stabile residenziale di via Monte Rosa, in frazione Colleverde di Guidonia, sulla Nomentana che porta a Roma.
L’allarme sarebbe scattato poco dopo le 11 del 6 aprile scorso quando la badante, A.T. romana di 55 anni, avrebbe suonato inutilmente al citofono di casa. Subito dopo la donna avvisava il portiere dello stabile e, nel contempo, la figlia del pensionato che preoccupata per il silenzio del padre accorreva subito in zona con il marito infermiere.
Una volta entrati nell’appartamento i due congiunti facevano la macabra scoperta. Sul posto si dirigevano gli uomini delle volanti di zona, del commissariato di Tivoli, la Squadra Mobile e la polizia Scientifica per i rilievi di rito. Inutili i soccorsi del 118 i cui sanitari non potevano fare altro che constatare il decesso del pensionato che presentava la maglietta aperta sul torace insanguinato.
Ad una prima ricognizione cadaverica l’uomo sarebbe morto per sette fendenti inflitti tra collo e addome ma che potrebbero non essere stati letali. Non si esclude infatti il decesso sia avvenuto per un malore improvviso a seguito dell’aggressione e che l’assassino abbia completato l’opera sferrando poi a casaccio i colpi di coltello contro il pover’uomo.
Gli agenti avviavano subito le indagini e ipotizzavano una rapina finita male ma altri particolari sarebbero saltati fuori dalla visione delle registrazioni video di alcune telecamere di sorveglianza. I poliziotti, nell’immediatezza dei fatti, hanno ascoltato il portiere dello stabile e la badante. Il custode avrebbe riferito di aver visto un uomo che indossava un k-way mimetico e uno scalda collo nero aggirarsi con fare sospetto per poi imboccare le scale della palazzina che portano nell’appartamento del sesto piano dove si è consumato il delitto. L’uomo viene attivamente ricercato.
I poliziotti hanno sequestrato gli hard-disk delle telecamere di sicurezza del garage e del cortile interno all’edificio di via Monte Rosa e stanno procedendo con il confronto dei fotogrammi. Una delle ipotesi potrebbe essere quella che un balordo si possa essere introdotto in casa della vittima e, una volta dentro l’appartamento, l’avrebbe derubata e uccisa.
Ma ci sarebbe anche un’altra pista per gli investigatori che hanno interrogato tutti i vicini di casa di Panzieri che sarebbero rimasti nelle proprie dimore in un orario compatibile con l’aggressione mortale. Uno dei condomini avrebbe raccontato di aver sentito, intorno alle 8 del mattino, le urla di una donna, nel contesto di una violenta lite, provenire dall’abitazione del pensionato.
Le indagini, dunque, si sarebbero focalizzate sulla badante e sul suo compagno, originario di Rieti, i cui spostamenti, informazioni e riscontri sono al vaglio degli inquirenti. La donna avrebbe ricostruito per intero la mattinata del giorno dell’omicidio. Nello specifico avrebbe dichiarato che intorno alle 8 del 6 aprile scorso sarebbe passata da casa dell’anziano pensionato dove si sarebbe trattenuta soltanto per alcuni minuti prima di uscire dall’appartamento del suo assistito per fare la spesa ed operare il prelievo di contanti presso un bancomat autorizzato dalla vittima.
La badante, che non avrebbe dato spiegazioni sui soldi, sarebbe poi rientrata nello stabile di via Monte Rosa verso le 11 ma ai ripetuti squilli di citofono Luigi Panzieri non avrebbe risposto, forse perché era già cadavere. Le indagini si stanno concentrando sulle 3 ore di buco che riferisce la donna, tra le 8 e le 11, orario nel quale si sarebbe consumato il delitto.
Il compagno della donna, ascoltato in commissariato a Tivoli, dovrà chiarire il suo alibi ovvero dove si trovava la mattina dell‘omicidio dell’ex contadino. L’autopsia potrà stabilire con maggiore esattezza l’orario del decesso cosi da restringere l’arco temporale durante il quale si è consumato il delitto.