Che bella la vita con i soldi degli altri

Qualche volta le persone dovrebbero essere più accorte. Non c’è giorno infatti che le Forze dell’ordine non mettano in guardia contro falsi promoter e truffatori on line. Adesso sarà un problema recuperare le somme sottratte a piccoli e grandi risparmiatori dai due coniugi amanti del lusso sfrenato.

Como – Hanno deciso di patteggiare una pena inferiore ai 4 anni di detenzione i due presunti truffatori ristretti in attesa di giudizio. Nel frattempo i loro beni, tra cui un Porche Carrera 911 e una lussuosa villa sulle colline di Como, per un totale di 3,4 milioni di euro, sono stati sequestrati.

Antonio Sedino, 46 anni, ed Elisa Cristhal Zanarotto di 30, avevano deciso di raggiungere 2 miliardi di euro prima di darsi alla fuga raggiungendo uno dei tanti paradisi fiscali sparsi per il mondo. Ovviamente la cifra non sarebbe stata mai raggiungibile con un lavoro onesto ma prendendo per i fondelli ben 160 persone che credevano di fare investimenti in società quotate in borsa realmente esistenti soltanto nella fantasia dei due coniugi che ad uno come Arsenio Lupin farebbero davvero un baffo.

Adesso i due sono ristretti dal gennaio scorso: Sedino in galera, Zanarotto ai domiciliari, in attesa che la giustizia faccia il suo corso. Marito e moglie, secondo quanto ricostruito dalla Guardia di finanza, quando sono stati fermati avevano messo in tasca 4 milioni di euro e sono stati accusati, a vario titolo, di truffa, abusivismo finanziario ed autoriciclaggio.

In buona sostanza la “coppia d’oro”, che amava vivere nel lusso più sfrenato, avrebbe convinto centinaia di clienti che la Ixellion Ou, società a loro riconducibile e come pare con sede in Lussemburgo, fungesse da holding di un gruppo di aziende attive nel settore dell’innovazione tecnologica, in piazze come Francoforte, Monaco, Malta, Parigi e Vienna, e che fosse prossima alla sua quotazione in borsa, evento questo che a tutt’oggi non si sarebbe ancora verificato.

Agli investitori veniva evidenziata soprattutto l’attività nel campo dei filamenti di nickel, utilizzati nel settore aeronautico, per un presunto valore di oltre 2 miliardi di euro. Dopo l’operazione del gennaio scorso durante la quale i due venivano smascherati, nonostante siano da considerarsi innocenti sino ad eventuale condanna definitiva, il nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle ha ricostruito l’iter dei presunti profitti illeciti maturati e poi auto-riciclati da Sedino e consorte.

Il Tribunale di Como ha dunque disposto la confisca definitiva di autovetture, gioielli, immobili e denaro per un valore totale di 3,4 milioni, pari al profitto che la coppia avrebbe ottenuto truffando gli investitori. Con la confisca sono stati trasferiti all’Erario, più esattamente nella casse del ministero della Giustizia, 378mila euro ottenuti da quote societarie e fondi pensione oltre che dalla vendita di quattro automobili, tra le quali una Porche 911 Coupè, una Audi Q8 ed una Bmw M3.

I filamenti di nichel che non valgono un fico secco

La confisca è stata poi estesa ad altri beni immobili che verranno messi all’asta nei prossimi mesi come una lussuosa villa sulle alture lariane del valore stimato di 630mila euro, gioielli, orologi e anche numerosi filamenti di nichel che non valgono, invece, un fico secco. Tra i truffati ci sono anche piccoli risparmiatori che attratti dai lauti guadagni hanno versato ai due furbacchioni importi dai 5 ai 50 mila euro. Ma anche numerosi imprenditori, non certo di primo pelo, figurano fra i raggirati che avevano investito 600-800 mila euro a cranio rimanendo con un pugno di mosche in mano.

La truffa ha coinvolto persone residenti a Verona, Milano, Roma nella stessa Como dove i due “promoter finanziari” erano piuttosto conosciuti. Oltre ai beni è stato sequestrato anche il loro sito internet dove avvenivano le transazioni e la pubblicità alla società per azioni mai divenuta tale. Per altro Antonio Sedino avrebbe collocato i titoli di investimento senza la prevista autorizzazione da parte di Consob, da qui la contestazione del delitto di abusivismo finanziario. Per altro sull’uomo ricadrebbero anche gli effetti di un’indagine per fallimento di una vecchia società:

Un lavoro scrupoloso e approfondito ha permesso di scoprire la presunta truffa colossale

”Sembravano tanto due brave persone ecco perché mi sono fidato – racconta G.S. di 43 anni, libero professionista – mi avevano promesso che a breve avremmo ottenuto ottimi profitti dai nostri investimenti. Ho buttato all’aria 50mila euro”.

I coniugi Sedino avrebbero ripulito il denaro con diversi passaggi e si davano alle follie della bella vita finita poi in manette.

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