Una campagna elettorale deludente dal versante partecipativo: il dato più eclatante è che ancora una volta si è registrata un’alta percentuale di astensionisti. Quanto ai risultati il centrodestra si becca quasi tutto, al contrario del Pd & Company in caduta libera.
Roma – Le elezioni Amministrative si sono finalmente concluse sia per i ballottaggi che per il primo turno in Sicilia e Sardegna. È arrivato, dunque, il giorno del “giudizio”. Fra brindisi e delusioni. Il centrodestra espugna Ancona e Brindisi e si conferma a Siena, Pisa e Massa. Il centrosinistra vince solo a Vicenza, strappando la città al centrodestra. A Catania stravince Enrico Trantino, a Ragusa vince il sindaco uscente Giuseppe Cassì, a Siracusa e Trapani si configura un ballottaggio.
Tante le amarezze in una campagna elettorale ordinaria, senza sussulti di entusiasmo tali da fare pensare di respirare un’aria di novità. Eppure la possibilità di scegliere c’è stata con diverse proposte, che si sono arenate nella banalità della critica o nel documentare ciò che è stato fatto e che non è stato comunicato per bene. I cittadini, almeno quelli più attenti, forse hanno notato diversità di approccio, di stile, ma vivendo in città come Catania, al collasso in ogni settore, non hanno avvertito differenze sostanziali. Tutti i concorrenti pare abbiano recitato un copione, solo formalmente diverso, ma sinceramente scontato.
Insomma nella città del “Liotro” si è tenuta una campagna elettorale soporifera, mentre è stata più effervescente quella di Acireale. I candidati più furbi alle tante critiche davano ragione all’interlocutore, promettendo un’inversione di marcia. Ma le promesse non fanno più breccia nell’animo del potenziale elettore, tanto da materializzare in un risultato che appariva scontato già dalle prime battute. E proprio per questo dal sapore amaro, in quanto le varie proposte elettorali non sono state ritenute, alla luce dei risultati della coalizione vincente, una reale alternativa da percorrere con interesse e determinazione. Neanche la protesta è stata canalizzata verso una partecipazione corale. Il PdA, cioè il partito degli astenuti ossia il movimento che non c’è, ha vinto ancora una volta.
Il messaggio è comunque chiaro. L’astenuto, cioè colui che non si è recato alle urne, ha perso la speranza e la forza di sognare e combattere. Un brutto segnale per tutti. Ma come dargli torto, dopo tante mutazioni genetiche di partiti, movimenti e “civismo last minute”? In Sicilia l’affluenza è stata del 56,39%, in particolare a Catania del 52,65%, a Ragusa del 56,03%, a Siracusa del 55,02%, mentre a Trapani del 54,75%.