Era scampata alla morte una prima volta rimanendo ustionata e perdendo il bimbo che portava in grembo. La seconda volta non ha avuto scampo.
Catania – L’ex fidanzato aveva tentato di bruciarla viva ma si era salvata. Un’amica l’ha accoltellata alla spalla e non c’è stato scampo dopo l’inutile corsa in ospedale. Ylenia Bonavera, 24 anni, casalinga, non c’è la fatta a superare la grave emorragia che l’avrebbe portata a morte dopo gli inutili tentativi di rianimazione dei medici dell’ospedale Garibaldi di Catania dove la vittima era stata trasportata da un conoscente subito dopo l’aggressione.
La ragazza sarebbe stata colpita con un grosso coltello da cucina da una sua amica, Daniela Agata Nicotra, 34 anni, spogliarellista, al culmine di una lite in pieno centro storico, fra via della Concordia e via Santa Maria delle Salette, nel popolare quartiere San Cristoforo, nella serata dello scorso 9 dicembre.
Le due donne si sarebbero incontrate sulla pubblica via, per altro molto trafficata, e avrebbero incominciato subito a litigare. Secondo la versione della presunta assassina quest’ultima avrebbe rimproverato Ylenia per il suo continuo uso di droga e alcol. La vittima, forse sentendosi provocata, avrebbe reagito afferrando una bottiglia di birra con la quale avrebbe colpito la spogliarellista all’occhio sinistro causandone il sanguinamento.
Sul luogo dove le due donne stavano litigando si sarebbe radunata una moltitudine di persone alcune della quali avrebbero ripreso la violenta lite nel momento in cui Daniela Agata Nicotra colpiva Ylenia con un coltello che la donna teneva in auto. Sempre secondo la versione dell’indagata, difesa dall’avvocato Giovanni Chiara, Ylenia Bonavera avrebbe tentato di colpire ancora l’amica che si sarebbe difesa sferrando la coltellata mortale.
Subito dopo Agata Nicotra si allontanava dal luogo del delitto mentre la vittima si sarebbe recata nel vicino pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi dove giungeva, accompagnata da un amico, in stato di alterazione psico-fisica e in gravissime condizioni dopo aver perduto molto sangue.
Nonostante le cure dei sanitari la ragazza sarebbe poi deceduta proprio per la gravità di quella ferita mortale che, secondo l’autopsia, avrebbe causato uno shock meta-emorragico acuto, secondario a lesione a tutto spessore del secondo tratto dell’arteria ascellare di destra.
La coltellata, inferta con estrema violenza, dall’alto verso il basso, avrebbe attraversato la cute, la clavicola, i muscoli grande pettorale, piccolo pettorale fino a giungere tra il primo e secondo spazio intercostale, per poi causare una copiosa emorragia pleurica.
Daniela Agata Nicotra si sarebbe poi costituita presso la Questura Centrale di Catania dove è stata posta in stato di fermo mentre gli agenti della Squadra Mobile etnea avviavano le indagini recandosi sul luogo del delitto per le incombenze scientifiche di rito. La presunta assassina veniva tradotta presso la casa circondariale di piazza Lanza dove dovrà rimanere per successiva disposizione della Gip Maria Ivana Cardillo cha confermato il fermo di polizia giudiziaria.
Il magistrato per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta dei Pm Fabrizio Aliotta e Michela Maresca, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato da futili motivi. Sul movente poche certezze: pare che fra le due donne ci fosse dell’astio per motivi sentimentali secondo quanto avrebbero riferito alcuni testimoni agli investigatori etnei.
Nel corso delle indagini gli uomini della Mobile avrebbero denunciato per favoreggiamento diverse persone che dopo il grave fatto di sangue avrebbero aiutato l’indagata fornendo false attestazioni alla polizia. Tali responsabilità sarebbero emerse a seguito dell’acquisizione di un video dove le stesse persone, presenti alla lite, avrebbero poi riferito di essere altrove.
Nel 2017 la povera Ylenia, dopo l’aggressione subita dal suo ex convivente Alessio Mantineo di 25 anni, che aveva tentato di darle fuoco cospargendola di benzina, era stata ricoverata in ospedale con ustioni nel 13 per cento del corpo ed aveva perso il bambino che aspettava.
Durante il processo, poi conclusosi con la condanna a 10 anni di reclusione per Mantineo, la ragazza aveva preso le difese del suo aguzzino geloso dicendo ai giudici che quanto messo in atto dal suo fidanzato non era altro che una prova d’amore. Ylenia veniva rinviata a giudizio per favoreggiamento e falsa testimonianza. Adesso non potrà più difendere chi aveva tentato di ucciderla una prima volta.
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