L'evoluzione della vicenda non era prevedibile ma l'epilogo, drammatico, era quasi scontato. In atto ancora verifiche e indagini scientifiche da parte della magistratura e dei consulenti.
Caronia – I resti ritrovati sono compatibili con quelli di un bambino di 3-4 anni. Non si sbilancia ancora il procuratore Angelo Cavallo, lui deve affidarsi ai riscontri degli esami tecnici ma tutti sanno che quei resti sono del piccolo Gioele Mondello. Lo sa anche il padre Daniele che davanti alla bara all’interno della quale sono state sistemate le ossa ritrovate nella collina di Caronia, a circa 200 metri dal luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere di Viviana Parisi, è scoppiato in lacrime.
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Chi ha assistito al ritrovamento parla di scena straziante: le ossa erano in un punto, gli indumenti in un altro e la testa in un altro ancora. Resta da capire come mai le squadre di ricerca e nemmeno i cani molecolari siano riusciti a ritrovare i resti nonostante quella zona sia stata battuta più volte. Una delle ipotesi è che gli animali selvatici abbiano potuto trovare il corpicino di Gioele trascinando i resti nel luogo dove poi è stato trovato in un secondo momento. Il ritrovamento di parte della salma del bimbo nei pressi del luogo dove l’8 agosto scorso è stato trovato il corpo della madre, esclude alcune piste e ne rafforza altre che, almeno in parte, avevamo anticipato su queste colonne.
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La più accreditata resta quella dell’omicidio-suicidio, ma il procuratore di Patti ha chiesto ancora tempo per poter lavorare con serenità e arrivare a mettere l’ultima tessera sopra un puzzle sicuramente complesso e per nulla trasparente. La bara è stata trasportata all’istituto di medicina legale per l’autopsia, che sarà eseguita a breve giro di posta, e per l’esame del Dna che scioglierà ogni dubbio sull’identificazione. Il macabro ritrovamento ha portato le indagini ad un punto cruciale ma sono ancora tanti i punti da chiarire in una vicenda che è ancora un giallo.
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