Beneduci sulle linee guida in merito all’affettività dei detenuti: “Le ricadute in termini di degrado igienico-sanitario saranno devastanti”.
Roma – “La recente direttiva sui colloqui intimi nelle carceri emanata dal Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria facente funzioni rappresenta uno schiaffo in pieno volto ai poliziotti penitenziari e all’intero sistema carcerario italiano”. Lo afferma Leo Beneduci, Segretario Generale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria).”Siamo di fronte a un documento vergognosamente superficiale – sottolinea – che lascia sbigottiti per la totale mancanza di considerazione delle reali condizioni di vita e di lavoro all’interno degli istituti penitenziari. Il Dipartimento ha partorito un atto amministrativo evanescente che scarica sulle spalle dei nostri agenti, già ridotte allo stremo, la gestione di situazioni potenzialmente esplosive”.
Beneduci evidenzia con indignazione i rischi concreti che questa approssimazione comporta: “Le ricadute in termini di degrado igienico-sanitario saranno devastanti. Nessun protocollo specifico di sanificazione, nessuna prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili, nessuna garanzia sulla salubrità degli ambienti. Chi controllerà le condizioni dei locali dopo ogni incontro? Con quali risorse e personale si garantirà la pulizia in istituti dove manca persino l’acqua calda?”. “La formula grottesca dei criteri di priorità che privilegia ‘chi deve scontare pene più lunghe’ dimostra quanto il Dipartimento sia distaccato dalla realtà umana delle carceri. E cosa dire dell’assenza di indicazioni sulla presenza di personale medico specialistico, fondamentale in un contesto di intimità? Un’omissione inaccettabile che mette a rischio la salute di detenuti e, di riflesso, del personale”.
Questa “direttiva – prosegue il sindacalista – inserita in strutture fatiscenti, con un sovraffollamento al 130% e una carenza di organico di 7.000 unità, pari al 20% dell’organico presente diventa una miccia pericolosa in una polveriera pronta a esplodere. Il Dipartimento ha trasformato un diritto riconosciuto dalla Corte Costituzionale in un fattore potenziale di ulteriore destabilizzazione dell’intero sistema“. “Noi non permetteremo che i nostri agenti diventino capri espiatori di questa sciatteria amministrativa”, ribadisce Beneduci. “Esigiamo l’immediato ritiro della direttiva e l’avvio di un confronto serio con le rappresentanze sindacali per elaborare protocolli operativi concreti. Solo così si potrà garantire sia il diritto all’affettività dei detenuti che la dignità e la sicurezza degli operatori penitenziari. Altrettanto richiediamo al Ministro della Giustizia Nordio purtroppo assente per quanto riguarda le carceri la nomina di un capo dell’Amministrazione penitenziaria presente, effettivo e competente con cui discutere e risolvere i problemi”.