Si preannuncia caotico l’appuntamento elettorale nell’Isola previsto per fine maggio. Tantissime le liste civiche autonome che affolleranno lo schede elettorali. Intanto Enzo Bianco è stato stoppato dalla Corte dei Conti: non è candidabile.
Roma – Ormai è ufficiale: in Sicilia è stato firmato il decreto che indice i comizi elettorali per il rinnovo dei sindaci e dei consigli comunali in 128 Comuni e per i 6 presidenti ed i rispettivi consigli circoscrizionali della città di Catania. Le elezioni amministrative, dunque, si svolgeranno in due giorni, 28 e 29 maggio. L’eventuale turno di ballottaggio si effettuerà nelle giornate dell’11 e del 12 giugno con gli stessi orari, cioè domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Catania è la città più importante, dove i riflettori rimarranno maggiormente accesi. Essendo un Comune con più di 15.000 abitanti, se nessun candidato al primo turno dovesse ottenere il 40% dei voti allora si procederà a un ballottaggio tra i due più votati.
Si prevede un proliferare di liste civiche autonome e in appoggio alle coalizioni esistenti. Si dovrà vedere chi supererà la valutazione di ammissibilità delle liste per potere sottoporsi al vaglio dei cittadini. La raccolta delle firme per le innumerevoli liste civiche annunciate e candidature a sindaco sarà il primo step importante da superare. Intanto la pace è stata raggiunta nel centrosinistra con Maurizio Caserta, simbolo unitario della coalizione. Enzo Bianco, che aveva lanciato la sfida da tempo e cavalcava, con alcune liste civiche al seguito, verso Palazzo degli Elefanti è stato bloccato dalla sentenza d’Appello della Corte dei Conti della Sicilia, che lo ha dichiarato responsabile del “dissesto finanziario del Comune”, incandidabile per i prossimi 10 anni e imposto il divieto per lo stesso periodo a ricoprire cariche in enti vigilati o partecipati di enti pubblici.
Il provvedimento riguarda anche i componenti della giunta in carica tra il 2013 e il 2018. Un vero colpo di scena che scompagina una campagna elettorale ricca di fibrillazioni interne alle principali coalizioni. Lanfranco Zappalà, indomito e veterano “menestrello” catanese è stato il primo ad avere avuto il coraggio di annunciare la propria candidatura e soprattutto di mantenerla. Giuseppe Lipera, fuori dai due poli principali, con lo slogan “Fuori i mercanti dal tempio”, tenta di affascinare con la sua esuberanza e pragmatismo l’elettorato catanese, mentre altri candidati sono Angelo Tomasello, Giuseppe Giuffrida, Gabriele Savoca, Vincenzo Drago. Il Mpa, sornione, aspetta che tutti i nomi siano sul tavolo per esprimere la propria preferenza e valutazioni. La Lega insiste per candidare Valeria Sudano, che con i suoi manifesti troneggia la città dell’elefante con la didascalia: “Catania Vale, scegliamola”. Ancora molti candidati, soprattutto nel centrodestra, sono in attesa di sapere in quale lista presentarsi, alla luce del fatto che soltanto lunedì sarà svelato il candidato sindaco di FdI e se sarà condiviso, come si presume.
Da Roma le indicazioni, mentre il tavolo regionale è stato aggiornato a mercoledì. Intanto in molti scaldano i muscoli e sperano di essere i “prescelti”. Sul tavolo tante opzioni ufficiali. La diaspora più importante riguarda il partito Fratelli d’Italia, che ha alcuni pretendenti i quali a vario titolo aspettano lo “start” per incominciare l’avventura e sottoporsi al vaglio elettorale. Esclusa la fake news di Raffaele Stancanelli, ritenendo sia stata messa in circolazione per qualche ora soltanto per intorbidire le acque, vedere le reazioni e provare a “mollare” qualche altro concorrente interno, enfant prodige della destra isolana. Mentre i potenziali candidati rimangono Sergio Parisi e Pippo Arcidiacono. Entrambi supportati dall’ex sindaco Salvo Pogliese, il primo con maggiore enfasi ed il secondo, Arcidiacono, sembra con minore ardore pur avendo ricevuto l’input dal segretario regionale di FdI, tanto da iniziare la propria campagna pubblicitaria, anche con manifesti senza logo e nel rispetto dell’impegno assunto.
Ruggero Razza comunque non molla e con il suo sponsor d’eccezione, cerca un varco per insinuarsi e vincere la concorrenza interna e, soprattutto, convincere gli alleati. Il vero problema è chi dei residuati candidati sindaci resisterà alle intemperie della politica con lista personale al seguito, cioè chi realmente si candiderà anche come consigliere e metterà in campo una lista presentando un proprio logo civico e chi, invece, dovrà o vorrà soccombere e inserire gli amici in qualche lista. Insomma, i candidati “trombati” dal vertice cosa faranno? Si saranno agitati per nulla, oppure vorranno scommettersi ugualmente per dimostrare la propria forza, o per non scomparire nell’oblio sosterranno semplicemente qualche candidato di bandiera? Le liste a supporto di Bianco cosa faranno? L’arcano mistero sarà presto svelato. Tutti, dunque, con il fiato sospeso in attesa che arrivi il sospirato accordo. Outsider compreso, che taciterebbe tutti.