il vertice inizierà alle 18 con due ore di ritardo ma potrebbe anche saltare. Conte: "…Ieri duro confronto, ho richiamato tutti alla responsabilità. Non si può tergiversare, bisogna finalizzare e dare una risposta europea…". Macchè…
Bruxelles – I leader europei sono andati avanti fino alle 6 del mattino, orario in cui il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha sciolto la seduta e rinviato alle 18 di oggi il proseguimento del vertice ancora in corso. Nelle ore notturne ha preso forma la bozza di progetto presentata dallo stesso Michel, che, stando alle dichiarazioni dei rappresentanti nazionali, sembrerebbe avvicinare le parti. Il premier olandese Mark Rutte ha salutato con piacere il piano del Presidente Michel, sottolineando come il meccanismo del freno d’emergenza sia uno strumento necessario per il raggiungimento dell’accordo. Del medesimo spirito è sembrato anche il cancelliere austriaco Sebastian Kurz secondo il quale c’è ancora spazio per le intese: “…I negoziati non sono ancora conclusi, possiamo essere molto soddisfatti di essere riusciti a ottenere una riduzione dell’importo totale, che era la nostra richiesta principale, un aumento degli sconti per l’Austria e la garanzia che investimenti e riforme saranno controllati. È davvero un ottimo risultato…”.
Ti potrebbe interessare anche ——>>ROMA – STATO D’EMERGENZA: SINO A FINE ANNO, C’E’ DA SCOMMETTERCI.
Una linea, quella emersa nella nottata, che sembrerebbe premiare la componente più moderata del summit, ovvero quella che preferirebbe i finanziamenti sotto forma di prestiti e non a titolo di fondo perduto. Secondo alcune indiscrezioni emerse al termine della maratona notturna, nella giornata di oggi Michel dovrebbe presentare una nuova proposta formale, denominata negobox, che sarà basata su una dotazione di 390 miliardi di euro di sovvenzioni e non più su 500 miliardi, accontentando così Olanda, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia. È difficile pensare che la cifra possa scendere ulteriormente, sia perché il taglio di 100 miliardi peserà non poco sulla ripresa economica comunitaria, ma anche dato che Germania e Francia hanno espressamente ammonito sul fatto che la cifra non possa scendere sotto i 375 miliardi. Quantità minima per pensare di far ripartire la filiera industriale dell’Unione Europea. Leggermente scettico è sembrato Conte, secondo il quale la soluzione avanzata da Michel porterebbe gli Stati aventi diritto a ricevere un minore sconto sulle sovvenzioni:“… Non può diventare uno strumento per condurre battaglie ideologiche – ha detto il premier italiano – chi oggi si contrappone alla chiusura di questo negoziato e pensa di acquisire nell’immediato maggiore consenso sul piano interno deve però pensare che non solo la storia gli chiederà il conto ma che i suoi stessi cittadini, superata la reazione emotiva, si renderanno che quella di stasera è stata una valutazione miope che ha portato a una decisione che ha contribuito ad affossare il mercato unico e la libertà di sognare delle nuove generazioni…”.
Ti potrebbe interessare anche ——>>LA RIPARTENZA SARA’ FINANZIATA DAI CITTADINI EUROPEI? FORSE SI’
Una disamina lucida quella del premier che ha anche avvertito il suo collega olandese sul fatto che se dovesse implodere il mercato unico le ripercussioni sui cittadini potrebbe essere devastanti. Nonostante i proclami olandesi e austriaci, la situazione appare ancora ingarbugliata e poco cristallina. La riduzione dell’ammontare delle sovvenzioni e l’introduzione di misure di controllo estremamente ferree e dai contorni poco chiari, potrebbero causare un rallentamento nell’utilizzo del denaro, se non una vera e propria impasse totale. La preoccupazione maggiore sta nel fatto che la voglia di siglare il piano d’aiuti e poter incassare una vittoria mediatica europea possa condurre ad accettare scelte sbrigative e poco oculate. Lo stesso Michel ha dichiarato nelle scorse ore che “…Voglio che i giornali titolino che l’Europa è riuscita in una missione impossibile…”.
Non sarebbe forse più opportuno rimanere concentrati sul lavoro da svolgere e nel cercare soluzioni che possano aiutare i cittadini europei rispetto che pensare ai titoli di giornali? Altrimenti le prime pagine dei quotidiani che usciranno nei prossimi mesi potrebbero riportare informazioni per nulla gradevoli a Michel e a Bruxelles.
Il vertice è ancora in corso e chissà che cosa riusciremo a portare a casa.
Ti potrebbe interessare anche ——>>RECOVERY FUND? UNA TRAPPOLA CHE NON È SFUGGITA AGLI EUROSCETTICI.
ROMA – TUTTO RUOTA INTORNO AL MES. RIMANERE IN EUROPA SERVE ANCORA?