Di regola qualsiasi manifestazione pubblica deve essere autorizzata. Punto. Il Rave-party di Modena non lo era mentre la consueta sfilata di nostalgici a Predappio si. Chi ha esagerato con saluti romani, canzoni inneggianti al fascismo e slogan antidemocratici è finito sotto inchiesta. Dunque questa sinistra la smetta di inveire soltanto per farlo. Si occupi degli argomenti che stanno a cuore agli italiani in questo momento drammatico.
Roma – Sinistra alla carica e spara a casaccio sulla maggioranza. E’ ancora Laura Boldrini che torna all’attacco del governo. Nonostante le tante incongruenze di una sinistra disomogenea ed incoerente ai propri valori tanto decantati e sempre disattesi. La dimostrazione delle enormi diversità che persistono nell’area della cosiddetta opposizione, su cui bisognerebbe interrogarsi, sono le diversità dei tanti partiti o movimenti che si sono presentati alle elezioni del 25 settembre. Distinguo ed opzioni che non hanno catalizzato l’interesse degli elettori. Continua così nei vari talk-show televisivi la campagna di delegittimazione verso Giorgia Meloni ed i suoi, senza capire l’effetto boomerang di certe dichiarazioni azzardate e controproducenti.
Così l’interesse è incentrato sul primo decreto legge approvato dal governo, soprattutto sulle norme che riguardano i Rave party. Tanto che Boldrini, pasionaria del Partito democratico, si è cimentata in un discorso contorto e contraddittorio sul nuovo provvedimento. Per altro messo a confronto, addirittura, con il “raduno di Predappio. Due cose senz’altro differenti e che sono finite il primo con uno sgombero pacifico, il secondo con diversi indagati nonostante fosse stato autorizzato dalle autorità di pubblica sicurezza.
Mi sarei aspettata una condanna dal governo”, ha detto l’ex presidente della Camera, che considera peraltro non adeguata la reclusione da 3 a 6 anni e un’ammenda fino a 10mila euro per chi partecipa a raduni non autorizzati. Decreto legge che sicuramente andrebbe modificato in sede di conversione in legge, ma associare ciò che è avvenuto nel Comune romagnolo con il rave party di Modena è non volere considerare un elemento fondamentale, ossia che il raduno di Predappio è stato, piaccia o meno, regolarmente autorizzato dalle autorità di pubblica sicurezza, senza occupazioni abusive. E ciò fa la differenza sul piano della legalità.
Peraltro, come è stato fatto notare a più riprese, la manifestazione a Predappio è una tradizione che si ripete da anni e che non è stata fermata nemmeno durante i governi della sinistra. Però – ha anche affermato l’ex presidente della terza carica dello Stato – “Quest’anno ci voleva una condanna specifica nel centenario della marcia su Roma”. Ora tutto appare più chiaro, o quasi. Insomma con una marmellata di ingredienti ideali e normativi mal miscelati, Boldrini ha invocato il buon senso.
Ma a corrente alternata, in quanto se esistono delle norme queste devono avere una valenza di omogeneità sempre, indipendentemente dal colore politico. Un concetto, purtroppo, che spesso si tende a dimenticare e a sottovalutare, alimentando polemiche pretestuose. In ogni caso, per opportuna chiarezza, nel corso della manifestazione di Enrico Letta a Piazza del Popolo ci sono state anche persone che hanno dichiarato la loro nostalgia per il comunismo, esibendo bandiere dell‘Urss senza che nessuno dell’organizzazione del Pd sia intervenuto per farle rimuovere.
Un doppiopesismo che fa male alla democrazia e alla credibilità di alcuni esponenti politici. Comunque il vice presidente della Camera, Rampelli, ha detto a chiare lettere che “FdI metta fuori dalla porta ogni nostalgico di Mussolini. Altro che Predappio…”.