Il nostro Paese rischia di mancare gli obiettivi UE sul biometano al 2030: troppi ritardi, poca strategia e risorse disperse.
Una volta a scuola, quando uno scolaro commetteva una marachella o una scorrettezza, per punizione veniva messo dietro la lavagna e doveva starci per qualche ora, prima che la pena fosse considerata espiata. Più o meno è lo stesso fio da pagare inflitto all’Italia dall’Unione Europea (UE), anche se in questo caso la lavagna è solo virtuale. L’infrazione compiuta dal nostro Paese, d’altronde si è abituati e l’elenco è lungo, questa volta riguarda il biometano perché siamo molto indietro nel raggiungere i traguardi fissati per il 2030.
Il biometano è considerato un ottimo sostituto del gas naturale, evitando l’importazione di combustibili dall’estero e favorendo un’economia circolare tramite il recupero energetico dai fanghi di depurazione, il riuso di scarti agricoli, rifiuti a matrice organica e scarti agroalimentari. Ma nonostante gli sforzi, la sua capacità produttiva al massimo arriverà al 60% del “Piano Nazionale Integrato Energia e Clima” (PNIEC), in cui ci si impegnava a raggiungere entro il 2030 gli obiettivi di decarbonizzazione, efficienza energetica, dimensione del mercato interno e della ricerca, innovazione e competitività. Parole tante come al solito, che sono scivolate via come l’acqua dei fiumi.

Ora, a mettere la pulce nell’orecchio è stato l’”Hydrogen and Alternative Fuels Report 2025” della School of Management del Politecnico di Milano, in cui sono state analizzate le prospettive di sviluppo, la dimensione regolatoria, gli aspetti tecnologici e le dinamiche di mercato dei vettori energetici alternativi. Le cause del ritardo possono essere dovute a due fattori: molti progetti esclusi per mancanza di fondi disponibili; poco tempo per terminare i lavori. Sarebbe bastato immettere più soldi e iniziare per tempo e, forse, non ci saremmo trovati in questa situazione.
Ma si sa come vanno le cose in questo Paese: i soldi finiscono in rivoli limacciosi della burocrazia statale e nelle tasche delle consorterie affaristiche che sono ben presenti e mimetizzate nel panorama politico nazionale; il tempo in questo contesto è una variabile impazzita, nel senso che viene sempre allungato o per non completare l’opera o per far crescere i suoi costi di realizzazione. Il governo nazionale, ha chiesto all’Europa di spostare fondi non utilizzati del Pnrr in altri comparti per il biometano e la proroga di 6 mesi, fissata al 30/12/2026, dei contributi in conto capitale. Il biometano, considerato fondamentale per la transizione ecologica, rischia di rappresentare un’altra occasione persa per l’Italia, un altro progetto partito male e destinato, dunque, al fallimento.

Il report ha evidenziato che senza una strategia seria e trasparente non si va da nessuna parte. Ma senza voler mettere il dito nella piaga, di serio in Italia c’è… proprio la mancanza di serietà, che viene perseguita con consapevolezza, determinazione e senso di… responsabilità. Il resto è solo “chiacchiere e distintivo”, ad indicare chi occupa di un ruolo, una posizione o un’autorità (il distintivo), ma manca di competenza o risultati reali. La frase, per la cronaca è tratta dalla scena del film “Gli intoccabili” del 1987 per la regia di Brian De Palma, dove Al Capone la usa per sminuire l’operato di Eliot Ness, il capo della squadra speciale di agenti federali che combatteva la mafia a Chicago.
E’ noto che la decarbonizzazione dell’economia continentale è uno degli obiettivi della Commissione Europea, fissando il 2030 come periodo in cui gli impianti devono essere realizzati. Il biometano potrebbe aiutare il nostro Paese a non dipendere da fonti straniere e le nostre autorità governative si sono impegnate per questo. Giusto per ricordare, l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma globale sottoscritto nel 2015 dai paesi membri delle Nazioni Unite, inclusa l’Italia. Si basa su 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ( Sustainable Development Goals – SDGs) e 169 traguardi, con l’obiettivo di trasformare il nostro mondo entro il 2030 attraverso azioni per le persone, il pianeta e la prosperità, promuovendo la pace universale. A proposito di serietà e di “chiacchiere e distintivo”!