Bambini vittime della ferocia umana

Corridoi umanitari e cessate il fuoco sembrano argomenti ormai improponibili mentre il conflitto bellico prende una piega molto brutta. I provocatori aumentano mentre l’aggressore, da un momento all’altro, potrebbe subire gli effetti di una pressione cosi forte che potrebbe scatenare l’irreparabile. E c’è chi in questa situazione ci sguazza, inutile nasconderlo. A farne le spese sono i bambini. Quelli che muoiono nelle guerre che si combattono in tutto il mondo. Una strage di cui nessuno mai risponderà.

Roma – Non c’è tregua fra Russi e Ucraini mentre le vittime aumentano di giorno in giorno, di ora in ora. La barbarie della guerra non risparmia nemmeno i bambini. Circa due terzi di loro sono stati costretti ad abbandonare le proprie case da quando è iniziata l’invasione russa. Il grido d’allarme è stato lanciato dall’Unicef, l’Agenzia dell’Onu per l’infanzia.

(Foto Robert Ghement)

E’ stato fatto un calcolo approssimativo relativo alla morte di 142 minori, una cifra molto probabilmente inferiore a quella reale. Il direttore dei programmi di emergenza dell’Unicef Manuel Fontaine, ha dichiarato di non aver visto, nella sua lunga esperienza di oltre 30 anni di lavoro, un esodo così numeroso e in poco tempo.

Sono stati coinvolti 4,8 dei 7,5 milioni di bambini. Di quelli rimasti in Patria, la metà è a forte rischio di non avere cibo a sufficienza. Le martoriate città di Mariupol e di Kherson, si trovano a far fronte a carenza di acqua e servizi sanitari. Inoltre il rifornimento di cibo e medicinali è stato interrotto. Cosi almeno comunicano le agenzie.

Sergiy Kyslytsya

Secondo l’ambasciatore ucraino all’Onu Sergiy Kyslytsya la Russia pare abbia trasferito con la forza 121 mila bambini ucraini varando in quattro e quattr’otto una legge ad hoc per semplificare e rendere più veloce le procedure di adozione. La BBC (British Broadcasting Corporation, l’emittente nazionale del Regno Unito) ha dichiarato che l’Unicef vuole indagare sulla questione, anche se al momento non sembra ci siano prove al riguardo.

Gli attacchi alle infrastrutture del sistema idrico e la mancanza di energia elettrica hanno lasciato circa 1,4 milioni di persone senz’acqua. Mentre 4,6 milioni ha un accesso limitato al prezioso liquido. L’Ohchr ha verificato che ci sono stati 142 bambini uccisi e 229 feriti.

L’Ohchr è l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. Si tratta di un dipartimento che ha lo scopo di promuovere e proteggere i diritti umani garantiti dal diritto internazionale e stipulati nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948.

Evidentemente la promozione e protezione dei diritti umani non è stata fatta a dovere o i fruitori di tali iniziative sono duri di comprendonio, se stiamo ancora qui a commentare guerre, lutti e disastri. Oppure si tratta di mera retorica da esibire nelle cerimonie ufficiali tanto per fare bella figura e stare a posto con la coscienza. Si predica in un modo e si razzola in un altro.

Che senso ha firmare trattati internazionali di garanzia dei diritti universali dell’uomo quando tutti gli Stati, ognuno in relazione alla sua potenza economica e politica, non fanno altro che costruire armi, alcuni talmente letali come l’atomica che, forse, porterà alla distruzione del Pianeta?

Spesso si viene tacciati di qualunquismo, se si fa notare che con tutte le risorse finanziarie investite in armi sofisticate e costosissime, si potrebbe risolvere il problema della fame del mondo e permettere ad ogni essere umano di accedere ai servizi essenziali, sociali e sanitari. Qualunquismo o no, sono i fatti nudi a crudi a gridare vendetta, che non si può far finta di non vedere, come si fa con la polvere sotto il tappeto.

Chi restituirà a quei poveri bambini la loro infanzia strappata con ferocia e veemenza? Costretti come sono a subire le più abominevoli sevizie, anche sessuali ed atrocità di ogni tipo? Questo vale per i bimbi dell’Ucraina, dello Yemen, della Libia, della Siria, dell’Eritrea e di tutti quei Paesi dove è in corso un conflitto armato. Ovviamente. Si spera solo, almeno per chi è credente, che nell’aldilà abbiano quella serenità che sulla Terra non è stata loro garantita. 

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