Anche i pinguini devono pagare dazio: l’assurda storia delle tasse USA sulle isole disabitate

Gli USA impongono dazi su merci estere. Tra le “vittime” anche le isole Heard e McDonald, popolate solo da pinguini e foche. Perché mai?

La giornata di sabato 5 aprile 2025 passerà alla storia come la giornata dell’entrata in vigore dei dazi da parte dell’amministrazione Trump sulle merci provenienti dall’estero. Pagare i dazi significa versare un’imposta sul valore di beni importati o esportati. I dazi sono riscossi principalmente alla dogana. Possono essere calcolati in percentuale sul valore del bene (dazio ad valorem), oppure in cifra fissa per unità di merce od ancora essere espressi come valore composto da entrambi questi elementi. Vengono pagati dall’importatore o dall’esportatore, ma possono essere a carico del venditore o dell’acquirente, a seconda delle condizioni di vendita.

Alla notizia che Trump aveva rispettato gli impegni assunti in campagna elettorale, si è scatenato il putiferio in molti Paesi che commerciano con gli USA, Italia compresa.

Lo scopo di questa politica economica è di generare entrate per il governo, favorire le imprese domestiche, penalizzare le imprese di un altro Paese, arginare distorsioni commerciali. Alla notizia che Trump aveva rispettato gli impegni assunti in campagna elettorale, si è scatenato il putiferio in molti Paesi che commerciano con gli USA, Italia compresa. Secondo gli esperti di economia le imprese esportatrici italiane saranno penalizzate perché coi dazi il loro prodotti perdono in competitività. Questo può portare a un calo delle esportazioni e a un aumento dei costi per le imprese. Inoltre a una possibile delocalizzazione in Nord America e allo sviluppo di nuovi mercati di sbocco. Si tratta di dinamiche di politica economica i cui esiti si capiranno meglio nei prossimi mesi.

Nessun territorio dell’orbe terraqueo è sfuggito alla furia totalizzante dei dazi, nemmeno quelli…disabitati, come l’isola Heard e le isole McDonald che si trovano nell’Oceano Antartico, a circa due terzi di distanza tra il Madagascar e l’Antartide. Esse costituiscono un territorio esterno australiano dal 1947, in cui i soli esseri viventi a circolare sono foche e pinguini. Una notizia di questo tipo ha provocato reazioni oscillanti tra l’esilarante e la grossolanità assoluta e la toppa è stata peggiore del buco. Molti funzionari del governo australiano hanno subito pensato ad un errore di compilazione, perché è impossibile inserire un dazio del 10% dove non c’è alcuna parvenza di essere umano e, soprattutto, di attività economica. Ed invece non di errore si è trattato, ma di scelta… ponderata.

Nessun territorio dell’orbe terraqueo è sfuggito alla furia totalizzante dei dazi, nemmeno quelli…disabitati, come l’isola Heard e le isole McDonald che si trovano nell’Oceano Antartico

I dazi su queste isole, secondo il Dipartimento per il commercio degli USA, rispondono ad una ragione ben precisa, ossia evitare che questi territori vengano utilizzati in una triangolazione commerciale per evitare il loro pagamento, meccanismo che viene definito arbitraggio. L’idea che un’azienda australiana possa spedire la sua merce in questi posti desolati per farla risultare falsamente originaria di quei luoghi per non pagare i dazi è francamente irrealizzabile e più costosa del pagamento dei dazi stessi. Soltanto nella più fervida immaginazione di scrittori di fantascienza o di cartoon poteva palesarsi un’idea del genere. Ed invece i funzionari dell’Amministrazione statunitense hanno dimostrato di possederne a iosa. In tutta questa situazione gli unici a restare tranquilli sono stati i pinguini e le foche che, venuti a conoscenza di una stupidaggine così grossolana, sono scoppiati in una fragorosa risata e si son lanciati in mare per lo stupore!

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