Sulla questione dell’area protetta di Diaccia Botrona, in provincia di Grosseto, ci scrive la Fondazione Capellino. Più in basso il testo del comunicato stampa
Alla notizia di un’imminente cessione a privati di un sito d’interesse comunitario, la Fondazione Capellino ha deciso, in conformità con i suoi primari obiettivi di salvaguardia e ripristino degli habitat naturali, di prendere posizione con una lettera aperta destinata alle istituzioni, alle associazioni, nonché a tutti i cittadini che hanno a cuore la salvaguardia della biodiversità.
Infatti, la Fondazione Capellino è stata contattata delle associazioni naturalistiche di Grosseto (CERM Centro Rapaci Minacciati, WWF Grosseto, GOM Gruppo Ornitologico Maremmano) che hanno indetto anche una petizione nazionale che ha raccolto oltre 35.000 firme su change.org perché estremamente preoccupate per il fatto che un’area di proprietà pubblica della Maremma Toscana, per una superficie di 950 ettari ricadenti in parte nella Riserva Naturale Regionale Diaccia Botrona (200 ha) ed in parte nella contigua zona del Padule Aperto (750 ha), sarebbe in procinto di essere ceduta a privati.
Data l’enorme importanza naturalistica e ornitologica dell’area, classificata come “Zona umida d’importanza internazionale” ai sensi della Convenzione di Ramsar ed inclusa nella Rete Natura 2000 come ZSC – ZPS IT51A0011 “Padule di Diaccia Botrona”, la Lipu – BirdLife Italia, in accordo con la Fondazione, si sta mobilitando anche a livello europeo, con i partner di BirdLife International, affinché all’area sia garantita la giusta destinazione e la migliore conservazione.
Accogliendo la loro preoccupazione e ritenendo che sarebbe opportuno utilizzare una simile proprietà per il raggiungimento di obiettivi diversi, come quelli previsti dalla Strategia della UE per la biodiversità per il 2030, la Fondazione Capellino ha chiesto di sospendere la vendita per 90 giorni al fine di proporre un progetto alternativo che su basi scientifiche porti all’incremento della biodiversità, per proteggere specie di interesse comunitario e conservazionistico, come gru, oche selvatiche, rapaci che frequentano il Padule Aperto, nonché proporre la creazione, per garantire questo scopo, di un Centro Studi Internazionale sulla Biodiversità che possa offrire localmente posti di lavoro qualificati anche avvalendosi di esperti a livello europeo.
La Fondazione Capellino si impegnerebbe per un lungo tempo, anche 10-20 anni, a sostenere finanziariamente il mantenimento e la riqualificazione dell’area dal punto di vista naturalistico. Tutto ciò anche, eventualmente, avvalendosi del supporto dei programmi europei LIFE Natura, previsti per la conservazione di habitat e specie minacciate. Il Progetto potrebbe coinvolgere anche Paesi del Nord Europa nei quali nidificano molte delle specie svernanti nell’importante area naturale.
La Fondazione Capellino si augura che la richiesta di moratoria sia favorevolmente accolta e si dichiara sin d’ora disponibile ad un incontro nelle prossime 48-96 ore con l’Amministrazione Provinciale di Grosseto per dimostrare la fondatezza dell’impegno.
Pier Giovanni Capellino – Presidente Area degli allegati