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Altro che fumo e alcool, il vero “killer” è lo smog

Ormai ne sono a conoscenza pure le pietre, l’inquinamento dell’aria è il pericolo principale per la salute dell’uomo, con effetti ancora più deleteri rispetto a quanto sappiamo.

Roma – Altro che fumo e alcool, l’aria inquinata provoca ancora più danni alla salute umana. L’ipotesi è stata confermata da uno studio dell’ “Energy Policy Institute , Università di Chicago” (EPIC), secondo cui il particolato fine è “la più grande minaccia per la salute pubblica” per il mondo. Si tratta di una sostanza prodotta in minima parte dall’atmosfera, ma in quantità molto superiori dalle emissioni veicolari e industriali, incendi boschivi e altro ancora. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) solo lo 0,8% di tutto il suolo terrestre registra livelli di smog accettabili. Per il resto meglio stendere un velo pietoso. Eppure è noto, ormai, che questo tipo di emissioni causano gravi problemi di salute come malattie polmonari, cardiopatie, ictus e cancro. Secondo un calcolo approssimativo, una riduzione di questi inquinanti secondo i limiti imposti dall’OMS provocherebbe un’aspettativa di vita maggiore di 2,3 anni. Inoltre, è stato fatto una comparazione col fumo e l’alcool, gli altri due “efferati killer”.

Ebbene, secondo i dati a disposizione degli esperti, il fumo diminuisce l’aspettativa di vita di 2,2 anni, l’alcool di 1,6 e l’inquinamento di 2,3. Questi numeri testimoniano la gravità della situazione, resa ancora più esacerbata dalla disomogeneità nella distribuzione dei fondi. Ad esempio, Africa e Asia sono due dei continenti più inquinati, eppure ricevono una parte risibile dei finanziamenti globali per affrontare la minaccia. Inoltre, manca un fondo globale per l’inquinamento dell’aria, come fu fatto per l’HIV/AIDS, la tubercolosi e la malaria. Nell’Asia meridionale, Paesi quali Bangladesh, India, Nepal e Pakistan sono tra i più inquinati in termini di concentrazioni annuali di particolato fine, che producono conseguenze devastanti sulla salute dei propri abitanti. Un Paese che sta facendo notevoli passi in avanti per debellare l’inquinamento atmosferico è la Cina.

La Cina: lotta all’inquinamento e progressi inaspettati

Strano per uno Stato che fa della mancanza di democrazia e del rispetto dei diritti umani il suo tratto distintivo. Nonostante ciò, il governo già dal 2014 ha iniziato ad affrontare il problema. Da allora i risultati si sono visti, eccome. L’inquinamento dell’aria è calato del 42% tra il 2013 e il 2021. E’ stato calcolato che se il miglioramento sarà costante, i cittadini cinesi potranno avere mediamente 2,2 anni in più di aspettativa di vita.

Negli Usa e in Europa, malgrado l’impegno e gli sforzi profusi per arginare l’aria inquinata, i risultati non sono del tutto soddisfacenti. E’ vero che, ad esempio, negli USA il “Clean Air Act”, di cui nel 2020 si è celebrato il 50mo anniversario, dal 1970 ha prodotto una riduzione dell’inquinamento del 64,9% con una crescita dell’aspettativa di vita di 1,4 anni. Ma, soprattutto, l’aumento crescente degli incendi boschivi dovuti ai cambiamenti climatici, sta provocando delle concentrazioni elevate di inquinamento, annullando, di fatto, i progressi fatti. Il Belpaese non è immune dal problema. L’ultimo rapporto “Ma l’aria di città 2023”, a cura di Legambiente ha evidenziato come le città italiano hanno registrato un alto livello di particolato atmosferico, di polveri sottili e di biossido di azoto. In tutta Europa lo smog è diventato la principale causa di morte prematura con l’Italia che primeggia in questa nefasta classifica con 52 mila decessi annui, pari a circa il 20% delle morti totali nel continente.

Legambiente: una visione di mobilità sostenibile per città a emissioni zero

Secondo Legambiente bisogna istituire zone a emissioni zero, limiti di velocità a 30 km in città, potenziare il trasporto pubblico con l’elettrificazione dei mezzi e incentivare la mobilità condivisa, per cui i trasferimenti da un luogo all’altro avvengono con mezzi e veicoli condivisi. Ora i limiti di velocità a 30 km in città sono stati introdotti in qualche città italiana, ma quello che manca è una visione di sistema che possa affrontare il problema alla radice. Ed intanto, le città sono sempre più irrespirabili, mentre la gente muore.

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