E mentre assistiamo impotenti alla distruzione degli ecosistemi che non si adattano ai caldi eccessivi c’è chi spende e spande in inutili guerre al posto di combattere per una vita più sana. Il cambiamento climatico di questi ultimi anni prelude a guai ben più disastrosi mentre le politiche di tutto il mondo rimangono sorde agli appelli degli scienziati.
Roma – Il clima è fuori controllo. Sembra quasi di assistere ad una sorta di coazione a ripetere, per quanto riguarda il comportamento umano nei confronti proprio delle condizioni metereologiche. Secondo la psicoanalisi è una tendenza incoercibile, del tutto inconscia, a porsi in situazioni penose o dolorose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze. Quasi sempre negative.
Non si è poi lontani dal vero se si afferma che col tempo queste azioni sono diventate consce e volute, frutto di un vero delirio di onnipotenza o dettate da una specie di sindrome autodistruttiva. Nell’uno e nell’altro caso non ci resta che l’abisso.
Cosa dobbiamo pensare di fronte al fatto che più se ne parla, più si fanno convegni internazionali, più l’opinione pubblica sembra essere colpita da un certo fervore per la nobile causa, più il clima peggiora e l’ambiente ne risente?
La Coldiretti, la Confederazione nazionale dei coltivatori diretti, la principale organizzazione agricola, ha lanciato qualche settimana fa l’allarme siccità. Nelle grandi città lo smog non accenna a rallentare, i fiori sono già in fioritura su tutto il territorio nazionale.
L’inverno si è fatto sentire poco, forse un po’ sulle pendici alpine. E’ un inverno mite e senza piogge, i fiumi e laghi svuotati. Scarso il potenziale idrico per via della riduzione della neve nell’arco alpino e appenninico, -57,6%.
Ormai lo sanno pure i bambini che la temperatura delle Terra è aumentata rispetto ai livelli preindustriali di oltre 1,5 Celsius. Gli scienziati affermano che è una soglia che se viene superata è fonte di guai. E la Terra l’ha superato. Ma è come aver predicato nel deserto, in quanto le istituzioni politiche mondiali si comportano come i peggiori sordi, che sono quelli che consapevolmente non vogliono sentire.
I disastri climatici hanno un costo spaventoso per le casse di qualsiasi Stato vittima di disastri ambientali. Spese, senza dubbio superiori agli investimenti che sarebbero necessari per invertire la tendenza. Non si riesce a comprendere bene questo meccanismo antieconomico per Stati che, quando sentono il fiuto dei soldi, sono pronti a qualsiasi cosa pur di raggiungere lo scopo.
L’aumento delle temperature è il più palese sintomo che il Pianeta non sia in buona salute. Gli effetti nefasti si abbatteranno su animali, piante e tutto l’ecosistema, che avranno enorme difficoltà di adattamento al caldo.
Ma i cambiamenti climatici non sono frutto soltanto dell’eccesso di caldo. Nelle zone prealpine, al contrario, verso la fine del 2021 è stato molto più freddo del solito con eventi estremi. A testimonianza che una temperatura più bassa del consueto non sta a significare che il riscaldamento globale non c’è.
Il meteorologo Brandon Miller, consulente sul clima della CNN, ha così dichiarato: “…Anche in un clima che si riscalda, ci saranno alcuni estremi di freddo, o periodi di freddo intenso e persino, a volte, da record…”.
Solo l’anno scorso una tempesta fredda nel centro e nel sud degli USA ha causato interruzioni di corrente per milioni di persone, ed è stata la tempesta invernale più costosa della storia del Paese. Ma è stata di breve durata, e in una zona limitata.
Il caldo da record è invece una costante in tutto il mondo, e le temperature continuano ad aumentare per tutto l’anno solare. Gli estremi del freddo stanno diventando molto meno numerosi, soprattutto rispetto agli estremi del caldo, che li superano di tre a uno.
Gli esperti invitano chi ha potere decisionale di investire per ridurre le emissioni poiché è l’unico modo che potrà provocare un raffreddamento della Terra nella seconda metà del secolo. Non mutare rotta porterebbe, invece, le temperature a crescere fino ai 2,4 gradi Celsius rispetto a periodo preindustriale.
Nonostante tutte le evidenze scientifiche e le ricerche anche di settori istituzionali, non tutti sembrano essere consapevoli dei rischi che stiamo correndo. Le azioni più incisive dipendono da decisioni politiche e istituzionali, che si fa fatica a prendere. Questo è il vero problema!