Milano ancora prima in classifica per qualità della vita, seguono tre località di montagna. Ma sarà vero?
Secondo la classifica 2019 sulla qualità della vita, redatta da Il Sole 24 Ore e giunta alla sua trentesima edizione, Milano risulta, per il secondo anno consecutivo, la città italiana in cui si vive meglio. Subito dietro il capoluogo lombardo, si confermano le località dell’arco alpino che, fin dalle prime edizioni dell’indagine, hanno popolato i vertici della classifica: Bolzano, Trento e Aosta. Nella top ten delle città più vivibili, dove si incontrano anche Trieste al quinto posto e Treviso all’ottavo, quest’anno entrano Monza, Verona, Venezia e Parma.
In generale, se analizziamo la classifica, un trend positivo di miglioramento si registra in tutte o quasi le grandi città: sale di tre posti anche Roma, cresce Cagliari, migliorano Genova, Firenze e Torino. Anche il Sud segue a ruota, con Napoli e Bari. Ma, nonostante ciò, un rilievo riassuntivo non può non far notare con chiarezza che il divario tra Nord e Sud, non va dissolvendosi: la coda della classifica, infatti, è tutta concentrata nel Mezzogiorno, con Enna al 104° posto, Foggia al 105° e Crotone al 106°, prima della disastrosa Caltanissetta.
Quest’anno sono stati 90 gli indicatori considerati per elaborare la classifica finale, suddivisi in sei macro-categorie tematiche, che accompagnano l’indagine dal 1990: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia e società, ambiente e servizi, giustizia e sicurezza, tempo libero.
A dare la spinta a Milano sono stati fattori diversi, primo tra tutti, l’incremento demografico, con un aumento della popolazione che continua costantemente a crescere dal 2012, fino a raggiungere oggi il milione e quattrocentomila residenti, in controtendenza con il resto del paese. Altro indice importante di valutazione è stato quello della salute: i parametri che definiscono la speranza di vita e la mortalità della popolazione, così come quelli che riguardano la facilità di accesso ai servizi sanitari, il rapporto tra medici di base e pediatri rispetto all’utenza, il consumo di farmaci per malattie croniche, e così via. Per quanto riguarda la ricchezza e i consumi sono stati presi in considerazione per la prima volta anche i valori di indebitamento delle famiglie, le rate dei mutui e il tasso di rischio dei finanziamenti.
Nella categoria affari e lavoro, sono state considerate le imprese che operano e offrono lavoro sul territorio, ed è stato introdotto l’indice di imprenditorialità giovanile e l’incidenza delle imprese che fanno e-commerce. Infine, il tempo libero è stato misurato anche attraverso la diffusione di palestre, iniziative sportive per bambini, biblioteche e strutture ricettive sul territorio. Sono, inoltre, dodici gli indicatori che rilevano l’attrattività turistica, cioè i servizi per lo svago della popolazione e l’offerta culturale.