Affinché il 27 gennaio non diventi un giorno come un altro. Purtroppo la recrudescenza di certi fenomeni terroristici a sfondo razziale è una realtà ma proprio per questo non si deve mollare e continuare a mantenere alto il ricordo del sacrificio estremo.
Il 27 gennaio 1945 i militari sovietici dell’Armata Rossa entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz. Non credevano ai loro occhi davanti a tanto orrore. Oggi è il giorno del ricordo delle vittime della Shoah. Sei milioni di morti ebrei e quattro milioni di altre vittime nei campi di lavoro nazisti. Non dobbiamo dimenticare e per non farlo citiamo diverse frasi di famosi autori internazionali che hanno dato un forte contributo affinché la memoria di milioni di vittime giungesse inalterata sino ai giorni nostri:
Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario. Perché ciò che è accaduto può ritornare. Le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre (Primo Levi, Se questo è un uomo)
Noi siamo la nostra memoria/noi siamo questo museo chimerico di forme incostanti,/questo mucchio di specchi rotti (Jorge Luis Borges)
Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere (José Saramago)
L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria (Primo Levi)
Era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato (Gabriel Garcia Marquez)
Ad Auschwitz/pile di occhiali/montagne di scarpe/sulla via del ritorno/ognuno fissava fuori dal finestrino in direzione diversa (Ko Un, di ritorno da una visita al campo di Auschwitz)
Chi ascolta un superstite dell’Olocausto diventa a sua volta un testimone (Elie Wiesel)