Prima della tragedia di Colleferro Marco e Gabriele Bianchi, accusati della morte del povero Willy si sarebbero divertiti, più volte, a torturare e uccidere cani e gatti. Per puro sadismo. Dopo la condanna per droga e alla sbarra per omicidio, dovranno rispondere anche di maltrattamento e uccisione di animali d’affezione.
Roma – Violenze gratuite, spaccio di droga, estorsione e il presunto omicidio di Willy Monteiro Duarte di 21 anni, sono solo una parte della fedina penale di Marco e Gabriele Bianchi, 25 e 26 anni. I due germani sono sotto processo con l’accusa di avere ammazzato a colpi di “mixed martial arts”, arti marziali miste, il povero Willy che tentava di dirimere una rissa fra amici in piazza Oberdan a Colleferro, rimanendo vittima di decine e decine di colpi che gli avrebbero fatto esplodere il cuore.
I fratelli di Artena, spalleggiati dai coimputati per omicidio Mario Pincarelli, di 23 anni, e Francesco Belleggia, di 24, appassionati anche loro di arti marziali e armi, sono stati arrestati alcune ore dopo l’omicidio del giovane ragazzino romano:
”…Ho visto le lesioni sul corpo della vittima e sono gli esiti di colpi propri delle arti marziali – ha asserito in aula il maestro di karate Giovanni Bartoloni – a dare quel calcio al petto può essere stata solo una persona lucida, allenata, capace di forza, velocità e stabilità…”.
Marco e Gabriele venivano indagati anche per spaccio di droga e lesioni che gli è costata la condanna a 5 anni e 4 mesi, in primo grado, perché ritenuti responsabili dello smercio di sostanze stupefacenti, in particolare hashish, cocaina ed eroina, nelle zone di Velletri e Colleferro. I fratelli Bianchi si sarebbero mantenuti vendendo droga senza avere altre entrate tanto da non aver mai dichiarato alcun reddito.
Chi non pagava le dosi veniva picchiato a sangue. Soltanto due balordi vigliacchi, infatti, avrebbero potuto infierire sul povero Willy che sarebbe stato colpito con calci e pugni, bene assestati, tanto da portarlo a morte nel breve volgere di pochi minuti quel maledetto 6 settembre del 2020.
Oltre ad allenarsi in palestra i due fratelli Bianchi avrebbero usato violenza, maltrattato e torturato sino ad ucciderli diversi animali. Sempre per gioco. Ne sono convinti i Pm di Velletri, Giovanni Tagliatela e Francesco Brando, coordinati dal procuratore capo Giancarlo Amato. Gli inquirenti avrebbero scoperto in alcuni cellulari in uso ai due germani diversi video e foto che ritraevano le loro prodezze criminali in danno di animali indifesi, ammazzati a mani nude con estremo sadismo.
Tutto questo nelle settimane antecedenti all’omicidio di Willy per il quale i due aguzzini si professano innocenti. La Lav (Lega antivivisezione) ha denunciato Marco e Gabriele Bianchi per uccisione di animali d’affezione a seguito delle rivelazioni dei magistrati inquirenti che perseguiranno d’ufficio i due detenuti aggiungendo al loro ricco carnet criminale le sevizie su cani e gatti:
”… C’è un collegamento tra violenza sugli uomini e quella su animali – dice Ciro Troiano, criminologo, responsabile Lav per l’Osservatorio zoomafia – l’idea di un legame tra la violenza esercitata in danno di umani e la violenza contro gli animali non è nuova. Fin dall’antichità filosofi, scrittori, studiosi e ricercatori hanno teorizzato e parlato di tale collegamento. Ma è importante considerare l’animale come essere senziente e dunque salvaguardarlo nella sua integrità psicofisica. Il maltrattamento di animali è pericoloso socialmente a prescindere delle conseguenze che ne possono derivare per l’uomo, poiché mette in pericolo e offende i diritti di un componente di una comunità intesa come non limitata alla specie umana: gli animali, appunto. La pericolosità va valutata per il danno fatto alla vittima animale. La violenza, questo è chiaro, non è mai accettabile, che sia nei confronti degli uomini o degli animali, ma è anche importante che, una volta appurata, venga severamente punita…”.
Dopo l’arresto dei due presunti assassini il loro legale di fiducia, l’avvocato Massimiliano Pica, ne aveva tracciato un profilo nettamente diverso rispetto a quello descritto dagli investigatori:
”…Conoscendo Marco e Gabriele Bianchi – ha detto il penalista all’agenzia Nova – sinceramente non mi sarei mai aspettato che rimanessero coinvolti in una cosa del genere. Gabriele sostiene di non aver proprio toccato Willy. Marco dice di aver colpito Willy ad un fianco ma non era neanche sicuro di questo perché c’erano tantissime persone in quella piazza. Raccontano di non essere andati addosso a Willy per qualche fatto specifico, ma di aver trovato un gruppo di 30 o 40 ragazzi. Non c’entra nulla l’odio razziale…”.