Per l’amianto killer nel metrò non ci sono responsabili: la Corte di Appello assolve Gambini

Bonanni (Osservatorio Nazionale Amianto): “Decisione che ci lascia tutti sconcertati, ci appelleremo in Cassazione. Comunque avanti tutta con bonifiche e servizi di sorveglianza per chi è stato esposto

Milano – La Corte di Appello di Milano ha assolto oggi l’ex manager della società di trasporti Elio Gambini, imputato per omicidio colposo per il decesso da mesotelioma pleurico e altre malattie asbesto correlate di 6 ex dipendenti, esposti alle fibre di amianto senza protezioni.

“…Ancora una volta la magistratura con le sue decisioni, che rispettiamo, assolvendo per i casi di morte da amianto – ha detto Ezio Bonanni, avvocato, presidente dell‘Osservatorio Nazionale Amianto ci lascia tutti sconcertati, soprattutto i familiari delle vittime, desiderosi di giustizia, che quindi si appelleranno alla Corte di Cassazione, sperando comunque, per ora e per il futuro, che questa strage venga fermata con la bonifica, e allo stesso tempo che si identifichino i responsabili. L’impegno mio personale, e quello dell’ONA, proseguirà senza sosta, per ora e per il futuro…”.

Ezio Bonanni

Gli eventi luttuosi si sono verificati tra il 2009 e il 2015. Dopo l’assoluzione in primo grado in cui il giudice, Maria Idra Gurgo di Castelmenandro, sosteneva che le prove emerse relative alla dispersione di fibre e alla loro inalazione da parte dei dipendenti non fossero sufficienti e che non fosse possibile stabilire la responsabilità penale di alcun imputato, il processo è approdato in Corte d’Appello. Nel corso del giudizio, sia le difese delle vittime, sia la Procura Generale, hanno insistito per la condanna di Gambini, ma nel corso dell’ultima udienza sono state accolte le istanze della difesa che hanno sostenuto la mancanza di responsabilità dell’imputato.

In realtà, come sostenuto dall’ONA, dal 1960 e via via in modo crescente fino all’entrata in vigore della legge 257/92 (aprile 1993)l’amianto ha avuto largo impiego nella metropolitana milanese. L’ATM non ha fornito né informazioni sul rischio amianto, né autorizzato l’uso di dispositivi di protezione individuale e collettiva per i lavoratori esposti arrivando a negare addirittura la presenza del pericoloso minerale, come sottolineato nel corso dell’udienza finale.

L‘Osservatorio Nazionale Amianto, già dal 2008, aveva segnalato in Lombardia il rischio generalizzato per quanto attiene la presenza di asbesto e che purtroppo ha trovato conferma nell’aumento dei casi di mesotelioma, oltre che di altre malattie asbesto-correlate. Inoltre ha ottenuto significativi risultati la bonifica dell’amianto nelle case popolari gestite dall’Aler.

Quella della presenza delle fibre assassine nelle abitazioni popolari della città di Milano, e nel resto della Lombardia, è un aspetto fondamentale da non trascurare, e che ha trovato parziale soluzione anche attraverso i contributi di Regione Lombardia che si è mossa in tale direzione. .

L’associazione ha istituito un servizio di consulenza medica e legale, e tutti i cittadini possono farne richiesta in modo gratuito, attraverso il link: https://onanotiziarioamianto.it/mesotelioma/ e prosegue la sua attività di mappatura dei siti contaminati, grazie all’APP amianto https://play.google.com/store/apps/details?id=it.keystoneweb.app.android5ecbe10f2cb4b con la quale i cittadini possono segnalare casi di presenza di amianto e verificare eventuali condizioni di rischio, anche attraverso il numero verde 800034294.

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