Non c’è istante della nostra quotidianità che non ci si debba relazionare con Smartphone, Pc e altre diavolerie che tramite applicazioni mirabolanti dovrebbero renderci più facile la nostra vita. Spesso invece non è cosi e il ginepraio di termini inglesi non fa altro che peggiorare la situazione. Ma, ormai, è fatta.
Roma – La tecnologia è così straripante che ha inondato, ormai, ogni istante della nostra vita quotidiana. Se per un attimo si socchiudono gli occhi e pensiamo a come eravamo un ventennio fa, si resta esterrefatti di fronte alla constatazione della presenza totalizzante della tecnologia nella nostra esistenza.
Non c’è scampo per niente e per nessuno al suo dominio assoluto e irreversibile di quella che è venerata come una Dea, Imperatrice Assoluta della Terra, dello Spazio e di tutto il Cosmo Unito. C’è sempre ed unicamente Lei, l’Unica Padrona e Signora: la Tecnologia.
E’ riuscita a mutare finanche il nostro modo di esprimerci. Qui non si vogliono negare i vantaggi che essa ha offerto in tutti i campi dello scibile umano, ma è solo un’annotazione di costume da cui sono scaturiti cambiamenti nelle relazioni interpersonali e collettive.
Si parla, ad esempio di FinTech, InsurTech, FoodTech. Ovvero la trasformazione tecnologica e digitale subita dai settori finanziario, assicurativo e agroalimentare. Non è sfuggita alla sua furia e sete di conquista un altro settore importante della società, quello dell’energia, che si è tramutato in EnerTech.
La crasi tra energy e technology (energia e tecnologia). In pratica le innovazioni tecnologiche sviluppate ai servizi che forniscono energia. Si sta investendo, infatti, su digitalizzazione, nuove tecnologie e fonti sostenibili. Lo scopo è semplificare e rendere trasparente un settore, rivelatosi, finora, molto complesso. Si punta al 100% di fornitura digitale e green.
Utilizzare, cioè, solo fonti rinnovabili, non come opzione del consumatore, ma come mission aziendale: quelle solari, eoliche, idroelettriche presenti sul territorio nazionale. La digitalizzazione dei servizi consente, oltre al superamento di una burocrazia elefantiaca, anche un’accelerazione efficace del servizio nel suo processo finale.
Soprattutto un monitoraggio continuo dei consumi in tempo reale. Basta, ad esempio fare la foto dell’ultima bolletta, caricarla sul sito ufficiale del fornitore o sull’ App ed effettuare lo switch per ottenere una rata personalizzata e calcolata sull’uso reale del prodotto, sotto forma di abbonamento.
Ciò permette non solo il controllo dei consumi ma capire anche da dove scaturiscono le spese di energie e dove correggere i propri comportamenti. Per favorire risparmio, comfort domestico e minore impatto sull’ambiente, si punta sulla Iot (Internet of things, internet delle cose).
Alla cui base agiscono gli smart objects (oggetti intelligenti), ovvero qualsiasi oggetto che attraverso internet ha una sua identità digitale. Ora si tratta di tutte innovazioni provenienti dalla società, affascinanti ed utili a noi cittadini consumatori. Sarebbe puerile affrontarle con un atteggiamento da luddisti del nuovo millennio.
Quelli che all’inizio del secolo XIX protestavano, in Inghilterra, contro l’introduzione di macchinari durante la rivoluzione industriale, perché considerati una minaccia per i lavoratori salariati, causa di bassi stipendi e disoccupazione.
Però, finora, quando si ha a che fare con siti istituzionali della pubblica amministrazione, aziendali o con call center, è meglio accendere un cero alla Madonna per chi è credente. Per chi non lo è la tentazione di mandare tutti a quel paese è molto forte. Poi bisogna fare attenzione ai termini in inglese. Sono spesso come le sabbie mobili.
Lo switch (commutatore), ad esempio, è un dispositivo di rete che si occupa di collegamento dati (datalink). Uno può confondersi e praticare lo swing. Vuoi mettere pagare la bolletta ballando freneticamente al ritmo di swing/switch?