Figura emergente della curva del Milan, il 27enne ha spiegato di non sapere perché gli abbiano sparato e ipotizzato uno scambio di persona.
Milano – Un agguato in pieno giorno, nel traffico caotico di via degli Imbriani, alla periferia nord di Milano, ha riportato alla ribalta le tensioni che agitano il mondo ultras del Milan. Il bersaglio, Luca Guerrini, 27enne del gruppo “Ultras Giambellino” e figura emergente della Curva Sud, è scampato per miracolo a un tentativo di omicidio. Le indagini, affidate alla Squadra Mobile di Milano e coordinate dal pm della DDA Paolo Storari, si concentrano sulle lotte di potere nella Curva Sud e sugli interessi criminali legati al tifo organizzato, già al centro dell’inchiesta “Doppia Curva” che ha decapitato i vertici ultras di Milan e Inter.
La dinamica dell’attentato, intorno alle 13 di ieri, è tanto audace quanto precisa. Un Audi Q3 nero, guidato da Guerrini, procede lentamente nel traffico di via degli Imbriani, zona Bovisa. Uno scooter Honda, con due uomini a bordo, si affianca al Suv. Il passeggero, con il volto coperto, scende, estrae una pistola scacciacani modificata calibro 9 e spara tre volte: un colpo centra il parabrezza, tra cruscotto e volante; un altro si conficca nella portiera del guidatore; il terzo, inceppato, viene espulso intatto. La fuga dei sicari è immediata, mentre Guerrini, illeso, abbandona il Suv dal lato passeggero e scappa a piedi, dileguandosi tra i passanti.
Cruciale per le indagini è il filmato di una dashcam montata su un’auto NCC (noleggio con conducente), urtata dal Suv di Guerrini dopo gli spari. La telecamera avrebbe ripreso l’arrivo dello scooter – con targa falsa – gli spari e la fuga dei due attentatori. Gli investigatori, guidati da Alfonso Iadevaia, stanno analizzando il video e ascoltando testimoni, ma Guerrini, interrogato dopo essere ritornato a piedi sul luogo dell’agguato, si è mostrato poco collaborativo.
Nel bagagliaio del Suv, gli agenti hanno trovato uno zaino contenente un bandierone con l’effige di Herbert Kilpin, fondatore del Milan, e lo striscione “Solo per la maglia”. Non semplici simboli, ma vere reliquie per la Curva Sud. Dopo l’operazione “Doppia Curva” del 30 settembre 2024, che ha portato all’arresto di 19 ultras, tra cui il leader Luca Lucci, questi sono gli unici vessilli ancora esposti in curva, simbolo di resistenza e identità in un momento di crisi per il tifo organizzato milanista.
Guerrini, 27 anni, è una figura in ascesa nella Curva Sud. Originario del quartiere Giambellino, appartiene al gruppo “Ultras Giambellino”, storico serbatoio di tifosi rossoneri. Fedelissimo di Luca Lucci, detto “il Toro”, ha scalato le gerarchie dopo la fine di un Daspo di un anno, scontato per uno striscione intimidatorio contro l’interista Federico Dimarco nel maggio 2023. La sua “gavetta” include denunce per furti in Autogrill con Alessandro “Shrek” Sticco, altro luogotenente di Lucci, e l’assalto ai tifosi della Dinamo Zagabria nel settembre 2022.
Con un socio, Guerrini gestisce un negozio “Barber Italian Ink” in via Mercantini, parte della catena di tattoo e barberie considerata la “cassaforte” di Lucci. Intercettazioni rivelano che Lucci monitorava gli incassi in tempo reale tramite un’app, con Roberta Grassi, contabile della curva, a gestire le finanze. Il barber shop non è solo un’attività commerciale, ma un nodo strategico per i flussi di denaro della Curva Sud, un aspetto che gli investigatori stanno approfondendo per capire se l’agguato possa essere legato a rivalità economiche o a tentativi di scalata al potere.
La dinamica dell’agguato richiama l’attentato del 12 aprile 2019 contro Enzo Anghinelli, ultrà milanista legato al gruppo “Black Devil” di Domenico Vottari. In via Cadore, Anghinelli fu colpito da cinque proiettili sparati da uno scooter, sopravvivendo per miracolo. Le indagini, culminate nell’arresto di Daniele Cataldo, uomo di fiducia di Lucci, hanno confermato che l’attacco fu ordinato per contrastare il tentativo di Vottari di spodestare Lucci, con il sostegno dei Barbaro-Papalia.
Anche oggi, il vuoto di potere nella Curva Sud, dopo l’arresto di Lucci e di altri membri del direttivo, potrebbe aver riacceso le faide. Guerrini, emergendo come leader del nuovo direttivo, potrebbe essere visto come una minaccia da gruppi rivali o da fazioni interne desiderose di controllare i lucrosi business legati a San Siro: biglietti, parcheggi, merchandising e catering.
La DDA, con il pm Storari, sta esplorando due piste principali: una interna alla Curva Sud, dove potrebbero esserci dissidi per la successione a Lucci, e una esterna, legata a possibili interessi di clan mafiosi che vedono nel tifo organizzato un’opportunità di riciclaggio e controllo del territorio. La ‘ndrangheta, già presente negli ambienti ultras, potrebbe aver puntato su nuovi referenti per mantenere il controllo sui profitti illeciti.