La Procura intende accusare l’ex marito anche di stalking: le testimonianze dei familiari confermano che Teresa Stabile viveva nel terrore.
Busto Arsizio (Varese) – Il femminicidio di Teresa Stabile, 55 anni, uccisa a coltellate dal marito Vincenzo Gerardi, 57 anni, a Samarate (Varese) il 16 aprile 2025, continua a rivelare dettagli inquietanti. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Ciro Caramore della Procura di Busto Arsizio, hanno portato alla luce un quadro di violenza e ossessione, con Gerardi che, oltre all’accusa di omicidio volontario aggravato, potrebbe rispondere di stalking. Testimonianze dei familiari confermano che Teresa viveva nel terrore del marito, mentre un meme del Joker nello stato WhatsApp dell’uomo e un messaggio choc inviato alla suocera dopo il delitto – “Ho fatto ciò che dovevo, buona Pasqua” – smentiscono l’immagine di un uomo “riservato e gentile”, dipingendo un profilo psicologico complesso e disturbante.
Il delitto è avvenuto alle 18:45 del 16 aprile 2025, in via San Giovanni Bosco, nel cortile della villetta dove Teresa Stabile si era trasferita a novembre 2024, dopo aver deciso di separarsi da Gerardi. L’uomo l’ha attesa nel parcheggio e l’ha colpita con un coltello da cucina, infliggendo almeno tre fendenti mortali al torace. Un passante, che passeggiava con il cane, ha allertato i soccorsi, ma Teresa è deceduta poco dopo il ricovero all’ospedale di Legnano. Gerardi, rintracciato in via Torino con il coltello ancora in mano, ha minacciato il suicidio, ma è stato fermato con un taser dai carabinieri di Busto Arsizio e arrestato.
Sulla base delle dichiarazioni dei familiari, la Procura intende contestare a Gerardi anche il reato di stalking. Teresa, nei mesi precedenti, era tormentata dal marito, che non accettava la separazione. La donna avrebbe confidato a parenti e amici di aver paura che “Vincenzo mi uccida.” Gerardi la pedinava, controllava i suoi spostamenti e, secondo il figlio maggiore, teneva una copia delle chiavi della sua auto, parcheggiando davanti al suo box per costringerla a contattarlo. Questi comportamenti ossessivi, avevano spinto il figlio a denunciare il padre per violenza privata a fine febbraio 2025, senza però ottenere misure restrittive.
L’immagine di Vincenzo Gerardi come un uomo “normale, riservato, gentile, quasi timido”, come descritto da vicini e clienti, è stata smentita da dettagli emersi nelle ultime ore. Il suo ultimo stato WhatsApp mostrava un meme del Joker, il personaggio del film di Todd Phillips del 2019, che narra la discesa nella follia di Arthur Fleck, un uomo affetto da disturbi psichici. Questo riferimento, suggerirebbe un’identificazione con un simbolo di caos e ribellione, in netto contrasto con il profilo pubblico di Gerardi, un installatore di piscine conosciuto per la sua discrezione.
Ancora più inquietante è il messaggio inviato alla suocera subito dopo l’omicidio: “Ho fatto ciò che dovevo. Chiama l’avvocato. Buona Pasqua, ti voglio bene.” Un testo considerato dagli inquirenti una prova di premeditazione, aggravata dal tono freddo e dal riferimento alla Pasqua, che aggiunge un elemento di cinismo al gesto. Inoltre, due lettere testamentarie, scritte il 18 marzo e indirizzate ai figli, rafforzano questa tesi: “Si parlerà di femminicidio, ma lei sapeva che non potevo vivere senza di lei. Se mi avesse lasciato, sarebbe uscita orizzontale,” ha scritto Gerardi, indicando il 16 aprile come data del delitto.