Nada Cella, il fratello accusa Annalucia Cecere: “Potrebbe averla uccisa, è violenta”

In Corte d’Assise, Maurizio Cecere e l’ex fidanzato descrivono l’imputata come irascibile e pericolosa. Un bottone collega la donna al delitto del 1996.

Genova – Colpo di scena nel processo per l’omicidio di Nada Cella, la segretaria di 25 anni uccisa il 6 maggio 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco a Chiavari. Durante l’udienza di ieri in Corte d’Assise a Genova, il fratello di Annalucia Cecere, principale imputata, ha puntato il dito contro di lei: “Se Nada l’ha contraddetta, potrebbe averla colpita. È violenta e pericolosa”. Maurizio Cecere, insieme all’ex fidanzato Adelmo Roda, ha descritto una donna irascibile e possessiva, rafforzando l’ipotesi dell’accusa: Annalucia, allora 28enne, avrebbe ucciso Nada per gelosia, vedendola come rivale per l’amore di Soracco. Un bottone trovato sulla scena, compatibile con quelli staccati dalla giacca di Roda, è tra gli indizi chiave. Soracco, imputato per favoreggiamento e falsa testimonianza, resta sotto scrutinio in un caso riaperto dopo 28 anni grazie alla criminologa Antonella Delfino Pesce.

Maurizio Cecere, ascoltato come testimone, ha offerto un ritratto inquietante della sorella, oggi 56enne. “È sempre stata irascibile, si arrabbiava se la contraddicevi. Se ha sbagliato, deve pagare”, ha dichiarato in aula. Ha raccontato che, quando Annalucia seppe di essere indagata, gli fece domande sospette, evitando il telefono per paura di intercettazioni e usando numeri non suoi. “Mi diceva che non era stata lei, ma non voleva parlare apertamente”, ha aggiunto. Fuori dall’aula, parlando ai cronisti, è stato ancora più diretto: “Penso che possa essere stata lei ad uccidere quella ragazza. È una mia sensazione. Se la contraddici, diventa di una cattiveria impressionante”.

Adelmo Roda, ex compagno di Annalucia all’epoca del delitto, ha confermato il carattere “esplosivo” della donna. “Era possessiva e gelosa. Quando si arrabbiava, era impossibile farla ragionare”, ha detto. Un dettaglio cruciale è emerso sul bottone trovato sotto il corpo di Nada, che l’accusa ritiene compatibile con quelli di una giacca da pesca di Roda. “Nell’estate del ’95, quando la nostra storia era finita, Annalucia staccò alcuni bottoni dalla giacca perché le piacevano”, ha spiegato. La giacca, sequestrata nel 2022, mancava di tre bottoni, e le analisi della criminologa Delfino Pesce hanno stabilito una corrispondenza con il reperto della scena del crimine. Questo elemento, unito alla gelosia della donna per Soracco, è al centro della tesi accusatoria.

Secondo la Procura di Genova, coordinata dal pm Gabriella Dotto, Annalucia Cecere uccise Nada Cella per motivi sentimentali. Nel 1996, l’allora insegnante 28enne si era infatuata di Marco Soracco, conosciuto a un corso di ballo. Convinta che Nada, segretaria dello studio, fosse una rivale, l’avrebbe affrontata il 6 maggio nel palazzo di via Marsala a Chiavari. La giovane fu colpita con un’arma da taglio e strangolata, morendo per asfissia. Il bottone, frammenti di un guanto di lattice e tracce biologiche sono gli indizi che, dopo 28 anni, hanno portato al rinvio a giudizio di Cecere per omicidio volontario. Soracco, accusato di aver depistato le indagini con false dichiarazioni, avrebbe minimizzato i rapporti con l’imputata per proteggersi.

Il delitto di Nada Cella, rimasto irrisolto per decenni, è stato riaperto nel 2021 grazie alla tenacia della famiglia e alla criminologa Antonella Delfino Pesce, consulente dei Cella. Una telefonata anonima del 1996, attribuita a una donna che parlava di gelosia, ha guidato le nuove indagini. Nel 2022, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Genova hanno sequestrato la giacca di Roda e analizzato il DNA su un guanto trovato nello studio, compatibile con quello di Cecere. Il cold case ha portato al rinvio a giudizio di Cecere nel 2023, dopo che la donna si era trasferita in un paesino vicino Cuneo, dove lavorava come educatrice. La Procura ha escluso altre piste, come quella del serial killer Donato Bilancia, inizialmente ipotizzata. La prossima udienza, fissata per il 14 maggio 2025, vedrà nuove testimonianze, tra cui quella di ex colleghi di Soracco.

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