Fatture false e carte rubate: tre arresti e maxi sequestro a Latina

I tre risultano gravemente indiziati di aver gestito un flusso illecito di denaro proveniente da sponsorizzazioni sportive mai avvenute.

Latina – Tre agli arresti domiciliari e un sequestro preventivo da 1,3 milioni di euro. È questo il bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Latina, che ha smascherato un articolato sistema di riciclaggio e autoriciclaggio basato sull’emissione di fatture false per operazioni inesistenti e sull’utilizzo illecito di strumenti di pagamento intestati a terzi. L’attività investigativa, condotta su delega della Procura della Repubblica di Latina, ha portato il G.I.P. del Tribunale a disporre misure cautelari per tre soggetti residenti nella provincia pontina. I tre risultano gravemente indiziati di aver gestito un flusso illecito di denaro proveniente da sponsorizzazioni sportive mai avvenute, utilizzando associazioni sportive dilettantistiche come copertura.

Il provvedimento, emesso dal G.I.P. di Latina su richiesta della Procura, riguarda tre soggetti residenti in provincia di Latina, gravemente indiziati della commissione dei reati di autoriciclaggio (art. 648 ter 1 c.p.), riciclaggio (art. 648 bis c.p.) e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti (art. 493 ter c.p.). Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Fondi, hanno permesso di raccogliere circostanziati elementi di prova in merito a un sistematico meccanismo di riciclaggio di ingenti proventi illeciti, derivanti dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti, in violazione dell’art. 8 del D.lgs. n. 74/2000.

Secondo quanto emerso, gli indagati — in qualità di legali rappresentanti e amministratori di fatto di due associazioni sportive dilettantistiche con sede in provincia di Latina — avrebbero effettuato numerose operazioni bancarie e finanziarie (prelievi in contanti, bonifici, trasferimenti online, ecc.) con l’intento di occultare la natura e la provenienza illecita dei fondi, riconducibili a contratti di sponsorizzazione fittizi, per un totale di oltre 1,6 milioni di euro. Le investigazioni, basate su analisi documentali, indagini finanziarie, ricostruzioni patrimoniali e attività informative e dinamiche sul territorio, hanno inoltre rivelato che gli indagati, per eludere la tracciabilità dei flussi di denaro, avrebbero fatto indebito uso di carte di credito e altri strumenti di pagamento intestati a terzi.

Alla luce degli elementi raccolti, il Tribunale di Latina ha disposto nei confronti degli indagati la misura cautelare degli arresti domiciliari e il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di denaro, beni e altre utilità, fino alla concorrenza dell’importo di 1.300.000 euro.

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