Il ministero della Giustizia sui giovani alla Dozza: “Nessuna promessa mancata”

La nota di via Arenula smentisce la notizia della Dire: “Il servizio pasti è regolarmente attivo e sono in corso attività educative e artistiche”.

Roma – “In merito alle dichiarazioni rilasciate il 7 aprile 2025 all’Agenzia Dire da parte di una delegazione di eurodeputati del Pd, sulle presunte cattive condizioni della Sezione Giovani Adulti dell’Istituto “Pietro Siciliano” presso la Casa Circondariale Dozza (“Giovani detenuti ‘ingannati’ alla Dozza”), si ritiene necessario smentire con fermezza alcune affermazioni inesatte”. Lo riporta una nota del ministero della Giustizia, secondo cui “il servizio pasti è regolarmente attivo e, dopo alcune osservazioni iniziali, è stato ulteriormente migliorato con l’introduzione di un pasto supplementare e la definizione di un menù partecipato, costruito nel rispetto delle preferenze culturali e dei parametri nutrizionali”.

Si sottolinea, inoltre, che gli operatori condividono la mensa con i ragazzi, in un’ottica di convivenza e costruzione di relazioni basate sulla fiducia e sul rispetto reciproco”, prosegue la nota. E ancora, “non corrisponde al vero l’idea che tutti i giovani ospitati provengano da famiglie lontane. Al contrario, molti di loro, pur essendo originari del Nord Italia, erano precedentemente detenuti in istituti del Sud e sono stati trasferiti alla Dozza per avvicinarli ai propri contesti familiari e territoriali. La sezione rappresenta una misura straordinaria e temporanea, adottata per far fronte al grave sovraffollamento degli Istituti Penali per Minorenni, già segnalato dai Garanti territoriali. È importante sottolineare che i provvedimenti detentivi sono disposti esclusivamente dall’Autorità Giudiziaria”.

Attualmente, sono “attive diverse attività educative, artistiche, musicali, video, di arte terapia e sportive, svolte quotidianamente. A partire da maggio, saranno avviati anche laboratori teatrali e grafici, oltre a un corso professionale nel settore dell’edilizia. La diffusione di informazioni non corrette rischia di delegittimare le istituzioni e il lavoro quotidiano di operatori e professionisti che si impegnano con serietà sul campo. Temi tanto delicati meritano di essere affrontati con rispetto, – conclude la nota – responsabilità e rigore, nell’interesse dei giovani coinvolti e dell’intera collettività”.

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