Nel 2024 i cyber attacchi in Italia sono aumentati del 18%, mentre le violazioni della privacy del 22%. A rischio aziende, pubblica amministrazione e utenti.
L’Italia è nota per essere un Paese generoso, aperto a tutti. Sarà la sua posizione geografica o altro, sta di fatto che anche per la sicurezza informatica, la cosiddetta “cyber security”, le nostre difese vengono violate con molta facilità. Da questo punto di vista sarebbe stato più efficace essere refrattari che generosi! Almeno così sostiene il “Threat Intelligence Report” dell’Osservatorio Cybersecurity di Exprivia, una multinazionale, presente anche in Italia, specializzata in Information and Communication Technology. L’indagine si è svolta analizzando 177 fonti comprendenti siti di aziende colpite, portali web di interesse nazionale, agenzie di stampa online, blog e social media e ha riguardato il 2024.
Ebbene, dai dati è emerso che gli attacchi informatici si sono incrementati, rispetto al 2023 del 18%, mentre i casi di violazione della privacy sono cresciuti del 22%. Sono diminuiti, invece, del 10% gli incidenti. Con quest’ultimo termine la manualistica intende “qualsiasi violazione digitale o fisica che minaccia la riservatezza, l’integrità o la disponibilità dei sistemi informativi o dei dati sensibili di un’organizzazione”. L’aspetto incoraggiante, tuttavia, è rappresentato dal fatto che nonostante gli attacchi solo il 24% ha causato danni, mentre nel 2023 erano il 31%.

A conferma che qualche investimento proficuo nel settore è stato fatto e che le disposizioni legislative europee sul tema stanno agendo, quantomeno, come deterrenti. C’è da segnalare che il crimine informatico si dimostra tecnologicamente molto preparato per lo scopo, anche grazie alla diffusione dell’Intelligenza Artificiale, utilizzata per fini dolosi. Tra i più sensibili al… fascino perverso del “cybercrime” spiccano i servizi digitali, aziende ICT, e-commerce, sistemi operativi. Poi banche, aziende finanziarie e piattaforme di criptovalute. Un altro settore più colpito è la Pubblica Amministrazione. Le attività commerciali che offrono beni e servizi ai consumatori hanno mostrato una maggiore debolezza del loro sistema difensivo rispetto al 2023. La preda che stimola… l’acquolina in bocca ai predatori del cyberspace, per quasi i 2/3 dei casi, è la sottrazione dati, la più agognata.
La cronaca è ricca, ahinoi, di furti di informazioni personali, quali password, codici software, algoritmi e altro, esportati illecitamente con pesanti danni a persone, enti socio economici e istituzionali. Gli obiettivi dell’attacco criminogeno sono vari, tra cui spionaggio industriale, commercio di dati sul mercato illegale, richieste di denaro, sospensione di un servizio pubblico e/o privato. Sono cresciuti, inoltre, del 48% i casi di adulazioni e lusinghe via email o online. Così come sono molto diffusi gli attacchi di virus che danneggiano i dispositivi.

L’attacco più infido, in quanto ha grandi capacità di celarsi sotto mentite spoglie e quindi per le potenziali vittime è più difficile accorgersene, è quello che va alla ricerca di dati sensibili. Il Nord Italia è il territorio più colpito rispetto al Centro e al Sud. Dal report emerge, però, nel rapporto numero di attacchi informatici e di abitanti, che il Centro e il Sud risultano i più bersagliati. Uno dei motivi potrebbe essere la scarsa cognizione del fenomeno da parte di abitanti e istituzioni. Un dato, tuttavia. resta incontrovertibile: ci si stressa più dagli attacchi esterni che dall’utilizzo dei devices!