Biopsie scambiate per errore, rimossa la mandibola a un uomo sano. Lui: “Vita rovinata”

Al Policlinico Umberto I di Roma: al 35enne avrebbero diagnosticato un cancro che non aveva. Indaga la Procura.

Roma – Dove biopsie scambiate, portando a conseguenze devastanti per uno dei pazienti coinvolti. E’ successo al Policlinico Umberto I di Roma, dove un 35enne, a cui sarebbe stato erroneamente diagnosticato un tumore maligno, ha subito la rimozione della mandibola e un intervento chirurgico invasivo, con conseguenze fisiche e psicologiche drammatiche. La vicenda, riportata dal Corriere della Sera, è ora oggetto di un’indagine della Procura di Roma, con il pubblico ministero Eleonora Fini che sta conducendo accertamenti a seguito della denuncia per lesioni gravi presentata dalla vittima.

Secondo la ricostruzione dei fatti, il 20 maggio 2024 il paziente si sarebbe recato alla clinica odontoiatrica del Policlinico per l’estrazione di un dente del giudizio e la rimozione di una cisti, successivamente inviata per analisi di laboratorio. Il 10 giugno gli sarebbe stata comunicata telefonicamente la positività dell’esame istologico e, pochi giorni dopo, la diagnosi di osteosarcoma ad alto grado di malignità. La notizia avrebbe sconvolto l’uomo e la sua compagna, messi di fronte a una scelta drastica: la demolizione immediata della mandibola e un lungo ciclo di chemioterapia.

L’intervento, eseguito il 22 luglio, ha comportato l’impianto di una placca per sostituire l’osso rimosso. Al risveglio dall’operazione, il 35enne ha riscontrato una paralisi della parte destra del viso, che appariva visibilmente deformata. Il 9 settembre, un nuovo esame istologico ha rivelato un risultato completamente opposto: l’osso asportato non presentava segni di tumore. I medici gli avrebbero inizialmente detto che l’intervento tempestivo aveva impedito la proliferazione della malattia e che forse la chemioterapia non era più necessaria.

Insospettito dalla discordanza tra le diagnosi, l’uomo ha deciso di sottoporre i vetrini a ulteriori analisi presso un laboratorio dell’Università Cattolica di Roma. Il 25 ottobre l’esito dell’esame ha svelato l’errore: il DNA presente nei campioni non era il suo. In altre parole, la diagnosi ricevuta si riferiva a un’altra persona, mentre lui non era mai stato malato di cancro. “Non ho più la mandibola. Ma non ho il tumore. Qualcun altro invece sta male. Molto male. Ancora adesso non so descrivere il mio stato d’animo. Sono vivo, sono sano, non ho alcuna malattia mortale, ma ho sofferto moltissimo”, ha dichiarato il 35enne.

Non è ancora noto chi sia l’altro paziente coinvolto nello scambio e quale sia la sua attuale condizione. L’inchiesta in corso dovrà chiarire le responsabilità e accertare come sia potuto accadere un errore di tale gravità, che ha stravolto la vita di almeno una persona e che potrebbe aver avuto conseguenze tragiche per un’altra.

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