La presidente della Regione oggi in aula per le comunicazioni in merito all’ordinanza del collegio di garanzia elettorale del mese scorso.
Cagliari – “Oggi sono qui, dinanzi alla massima assemblea del popolo sardo, in una seduta del consiglio
statutaria, per riferire su una vicenda che vuole stravolgere, attraverso un procedimento amministrativo, l’essenza stessa del governo regionale, modificando il risultato elettorale, e quindi il voto espresso dai cittadini sardi, dopo meno di un anno dall’insediamento della giunta della nostra maggioranza”. La presidente del Consiglio regionale Alessandra Todde oggi ha riferito all’aula del consiglio regionale sull’ordinanza-ingiunzione di decadenza che le è stata notificata il 3 gennaio dal collegio di garanzia elettorale regionale della corte d’appello di Cagliari, impugnata lunedì scorso al tribunale civile.
Il suo intervento è stato il primo punto all’ordine del giorno della seduta statutaria fissata per oggi. Intanto, c’è attesa sulla pronuncia dei giudici sulla sospensiva degli effetti dell’ordinanza di decadenza, che include anche una sanzione di 40.000 euro a carico della Todde. Il ricorso dei suoi legali contesta le motivazioni alla base dell’ordinanza, sottolineando che le contestazioni relative al rendiconto delle spese elettorali non giustificherebbero la decadenza e sarebbero pertanto illegittime. “La scelta di riferire in Consiglio in seduta statutaria non è certamente casuale – ha detto la governatrice – perché oggi dobbiamo affrontare argomenti
che coinvolgono gli organi di governo della regione, così come previsto dallo Statuto e dalla nostra autonomia speciale”.
“La tutela del mio diritto soggettivo è stata affidata al ricorso davanti al giudice civile del tribunale di Cagliari – ha evidenziato la governatrice – e oggi riferisco a voi in virtù di un principio che io e la maggioranza che rappresento riteniamo essere sovraordinato a qualsiasi altra motivazione politica: il rispetto istituzionale e la devozione per il ruolo che rappresento, molto spesso confinati a mere liturgie grigie e asettiche. Sacrificati sull’altare della comunicazione da spettacolo, conducendo troppe volte a mortificare la sostanza dei fatti in favore della loro forma comunicativa”.
Per questa ragione, ha aggiunto Todde “abbiamo ritenuto necessario, se non imperativo, dover ricondurre l’intera vicenda al grado di serietà che merita perché, se ancora a qualcuno non fosse chiaro, il provvedimento del collegio regionale di garanzia elettorale non riguarda me sola, ma l’intera forma di governo della Regione Sardegna: gli assessori, i consiglieri di maggioranza e di minoranza e, fatto ancora più grave, riguarda tutti i cittadini sardi”. Sul loro inviolabile diritto, in quanto cittadini, “di votare e di affidare al governo regionale che hanno democraticamente e liberamente eletto, la guida della Sardegna fino al 2029″. Nel suo intervento in Aula Todde cita la vicenda simile di un suo ‘collega’. ”Nessuna spesa direttamente sostenuta come già avvenuto in altre regioni, per presidenti di Regione di altre appartenenze
politiche – ha detto -, come Luca Zaia che per la campagna elettorale del 2015 in Veneto ha dichiarato di non aver sostenuto spese né ricevuto alcun contributo poiché le spese sono state sostenute direttamente dal suo partito ed il suo fascicolo è stato regolarmente archiviato e nessuna richiesta di decadenza è stata predisposta”.
Il Collegio di garanzia presieduto dalla presidente della Corte d’appello di Cagliari Gemma Cucca, ha contestato a Todde una serie di gravi irregolarità nella rendicontazione delle spese della campagna elettorale, pari a oltre 90 mila euro, per le regionali del 25 febbraio 2024 e trasmesso l’ordinanza con gli allegati alla Procura, “stante le anomalie riscontrate nelle dichiarazioni depositate e l’omesso deposito” di una fattura da 153,16 euro per le spese Enel per il locale affittato a Cagliari, in via Sonnino, come sede elettorale.
La Procura – è un atto dovuto – valuterà se e quali reati contestare. Secondo la difesa, le irregolarità contestate nel rendiconto delle spese elettorali non configurerebbero le condizioni necessarie per la decadenza e, pertanto, sarebbero illegittime. Ora spetterà al giudice ordinario esaminare il ricorso e assumere una decisione preliminare, suscettibile di appello fino alla Corte di Cassazione.