La posizione dell’esecutivo è molto chiara, nessun dietrofront sui centri in territorio albanese e guerra aperta sull’affare libico.
Roma – Tra il caso Almasri e l’operazione Albania la tensione nel governo resta altissima. Sono arrivati al porto di Bari e poi accompagnati al Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Palese i 43 migranti provenienti dall’Albania dopo che la Corte d’Appello di Roma non ha convalidato il loro trattenimento. “Il governo andrà avanti nella convinzione che il contrasto all’immigrazione irregolare che si avvantaggia dell’utilizzo strumentale delle richieste di asilo sia la strada da perseguire per combattere gli affari dei trafficanti senza scrupoli”, sottolineano fonti del Viminale, secondo cui il Protocollo Italia Albania “è il modello da cui partire per la realizzazione di veri e propri hub regionali sui quali c’è stata piena convergenza da parte dei ministri europei”.
Questa la reazione alla notizia sul rientro in Italia di tutti i migranti che erano stati portati nel centro di Gjader. I migranti sono cittadini bengalesi ed egiziani. I giudici di Roma rimettono la decisione alla prossima pronuncia della Corte europea di Giustizia sui Paesi sicuri. Tutti erano arrivati qui martedì mattina da Lampedusa, a bordo dell’incrociatore della Marina Cassiopea, all’interno di un gruppo più ampio composto da 49 persone, poi sceso a 43 dopo un primo screening. Fonti di governo sottolineano che “C’è grande stupore” per l’ennesima decisione dei giudici, “perché a nostro avviso non c’è la necessità di aspettare il pronunciamento della Corte di giustizia europea”. Dopo il terzo no dei giudici al trattenimento dei migranti nel centro albanese di Gjader, con una decisione rinviata alla Corte di giustizia europea, FdI passa all’attacco lanciando un’idea che il governo potrebbe valutare in queste ore e riguarda un nuovo intervento sui giudici che si occupano di immigrazione. L’intenzione è quella di una norma specifica per evitare che nelle Corti d’appello, titolari della convalida dei trattenimenti, passino i magistrati delle ‘sezioni immigrazione’: si tratta degli stessi giudici che finora hanno sempre bocciato le richieste di convalida dei trattenimenti in Albania.
“Sconcerta la decisione dei giudici della Corte d’Appello di Roma di sospendere il trattenimento dei migranti trasferiti in Albania -afferma Tommaso Foti, ministro per gli affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr – vanificando l’iniziativa del governo Meloni volta a garantire una gestione più efficace dei flussi migratori. Siamo di fronte all’ennesima riaffermazione, di una parte della magistratura, di volere stabilire quali Paesi siano o meno sicuri, sostituendosi al decisore naturale che è invece il Governo. In attesa della pronuncia della Corte di Giustizia dell’Ue sulla questione dei Paesi sicuri, il governo Meloni proseguirà con determinazione nella attuazione delle riforme promesse ai cittadini, nel pieno rispetto del mandato ricevuto dagli italiani”.
Una decisione che, dopo le aspre polemiche sul caso Almasri, riporta in alto la tensione tra politica e magistratura. Se sul caso dell’ufficiale libico rimpatriato dopo l’arresto in Italia si attendono le comunicazioni del governo e gli sviluppi del procedimento davanti al tribunale dei ministri – che dovrà valutare la posizione della premier Giorgia Meloni, dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano – a tenere banco ora è anche l’ennesimo trasferimento di migranti andato a vuoto. Il governo, infatti non intende fare passi indietro, anzi “andrà avanti nella convinzione che il contrasto all’immigrazione irregolare che si avvantaggia dell’utilizzo strumentale delle richieste di asilo sia la strada da perseguire per combattere gli affari dei trafficanti senza scrupoli”, sottolineano fonti del Viminale.
Per il ministero dell’Interno infatti “le corti di appello scelgono di rinviare alla corte di giustizia europea sostanzialmente per prendere tempo, quando si tratta di un sistema già previsto dal nuovo Patto europeo immigrazione e asilo che entrerà al più tardi in vigore nel 2026″, e inoltre il “modello Albania” dell’Italia è “largamente condiviso in Ue”. Insomma, la posizione dell’esecutivo è chiara, nessun dietrofront sui centri in Albania. Posizione sostenuta dall’intera maggioranza, da cui partono attacchi senza mezzi termini ai magistrati. Fratelli d’Italia, con i suoi capigruppo alla Camera e al Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan, fa notare che “tutti e 5 i giudici che hanno firmato i provvedimenti della Corte di appello provengono dalla Sezione specializzata del Tribunale di Roma” e, “quindi, il governo e il Parlamento hanno trasferito la competenza alla Corte di Appello per sottrarla alle Sezioni specializzate del Tribunale e loro migrano in massa, grazie anche al provvedimento del presidente della Corte che glielo consente. Una chiara presa in giro del Parlamento”.
Non solo, la decisione va “contro le scelte della Cassazione che aveva detto che era compito dei governi stabilire quali erano i paesi sicuri, e non della magistratura“, aggiunge il responsabile organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, e “quindi ho visto dei magistrati che vanno contro la Cassazione più che contro il governo”. Alzando ancora di più il tiro, “c’è la sensazione che ci sia una parte minoritaria della magistratura che persegue obiettivi politici, che utilizza il proprio potere per cercare di arginare un’azione di governo che naturalmente ha una legittimazione popolare e parlamentare forte”, dice l’europarlamentare del partito di Giorgia Meloni, Carlo Fidanza. Sulla stessa lunghezza d’onda gli alleati.
“Il contrasto dell’immigrazione illegale non può fermarsi. Dobbiamo favorire quella regolare, ma dobbiamo contrastare assolutamente quella illegale. Noi siamo convinti di avere ragione e, dunque, si va avanti”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani intervistato dal Qn, a proposito del trasferimento dei migranti in Albania. “La stessa cosa riguarda la riforma della giustizia, che dobbiamo condurre in porto rapidamente. Mentre varrebbe la pena di occuparci di meno della vicenda Almasri e concentrare tutte le forze sulla crescita economica, per scongiurare il rischio di una recessione”, ha affermato il leader di Fi. Poi attacca i giudici: “Mi pare evidente che ci sia da parte di taluni magistrati un atteggiamento ostile nei confronti del governo, volto a condizionare la vita politica del Paese con le loro decisioni. C’è un travalicare del potere giudiziario nei confronti del potere legislativo e di quello esecutivo. Nessuno è contro la magistratura, ma c’è un problema palese di squilibrio tra i poteri per l’azione di taluni magistrati”.
Per Forza Italia “i centri in Albania sono un modello che si inserisce in una strategia complessiva che il Governo e la maggioranza stanno portando avanti sul tema della gestione dei flussi migratori” – osserva Alessandro Battilocchio, responsabile del dipartimento immigrazione del partito – mentre per la Lega “la politica di rigore del Governo sull’immigrazione continua e non cambia di un millimetro. Per il partito di Matteo Salvini nessun passo indietro sulla difesa dei confini e massima determinazione per i rimpatri. I cittadini chiedono meno immigrazione e più espulsioni”, afferma il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni. Va invece all’attacco l’opposizione, a partire dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, che mette insieme il caso dei migranti nei Cpr con quello di Almasri.
“Il modello Albania della destra è un fallimento totale. Per fortuna quelle persone stanno tornando e i giudici non hanno fatto altro che applicare una sentenza della Corte di giustizia europea”, afferma la leader dem, per la quale lì “stanno i torturati di Almasri mentre lui è stato riportato a casa con un volo di Stato con tutti gli onori. Questa è la sintesi di quello che stanno facendo”, mentre gli agenti delle forze dell’ordine sono “a centinaia a guardare delle prigioni vuote mentre si calpestano i diritti delle persone”, aggiunge. “Oltre che imbarazzante è un grave danno per il nostro Paese: gli agenti impiegati a vuoto potevano presidiare le nostre periferie e con il miliardo buttato si potevano aiutare le famiglie a pagare le bollette o gli ospedali a smaltire le liste di attesa ancora ferme nonostante l’inutile decreto tirato fuori per la campagna elettorale”, è l’accusa della vicepresidente del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino.
“Ho sempre pensato, sin dall’inizio, che il cosiddetto ‘modello Albania’ non poteva funzionare” e “sono soldi pubblici buttati al vento”, chiosa il leader di Azione Carlo Calenda. Sul fronte Libia, il presidente di Anm Giuseppe Santalucia attacca: “Il governo mira al controllo della magistratura: il velo è caduto e ne fa le spese il procuratore capo di Roma”, dice riferendosi agli attacchi contro il procuratore Francesco Lo Voi per il caso Almasri. “Ogni volta che c’è un provvedimento sgradito, si attacca il magistrato”, è la tesi, a cui replica il ministro della Difesa Guido Crosetto: “Sono convinto che chi governa debba fare qualunque cosa sia giusta per difendere la nazione. E’ uno dei compiti di chi ha la responsabilità di governare. L’Italia viene prima di qualunque calcolo di opportunità politica”.