Vita virtuale o reale: quale scegliere? Un dilemma sempre più attuale

Dai videogiochi multiplayer alle esperienze simulate, infuria il dibattito filosofico e scientifico sulla vita virtuale e sulle implicazioni per il nostro futuro.

Una vita virtuale è preferibile a quella reale? La tecnologia è, ormai, penetrata con furore nelle nostre vite, rivoltandole come un calzino, al punto che la realtà virtuale si confonde con quella reale. A tal proposito, Robert Nozick, noto filosofo politico statunitense e teorico dell’individualismo, già nel 1974 sperimentò la “macchina dell’esperienza”, per dimostrare che la realtà, appagante o meno, costituisce un valore in sé.

Un gruppo di neuropsicologi stimolò il cervello del gruppo soggetto a esperimento con degli elettrodi in maniera da immaginare di vivere l’esperienza più felice possibile. Il quesito posto, ossia di scegliere tra realtà e illusione, è vecchio quanto il mondo ed è stato un tema affrontato sin dai primordi da scrittori, filosofi e scienziati.

Nozick pensava che l’aspetto più angosciante delle macchine è che possano vivere la nostra vita al nostro posto.

Ormai ci si è abituati all’uso di sensori, visori e dispositivi vari, visto lo sviluppo incessante della tecnologia e la domanda appare ancora più pertinente, in quanto, oggi, il confine tra il reale e il virtuale è sempre più sottile. Nozick pensava che l’aspetto più angosciante delle macchine è che possano vivere la nostra vita al nostro posto. E’ come se si verificasse una scissione, per cui si diventa spettatori della propria vita! Oggi, i social media hanno invaso grandi parti della nostra vita, trasformando le persone in pseudo-celebrità, esibendo sé stessi e osservando gli altri, senza una vera connessione.

Ulteriori studi hanno confermato i risultati dell’esperimento di Nozick, ovvero che gli esseri umani preferiscono agire nella realtà piuttosto che nel virtuale, o quanto meno di condividere quest’ultimo. Questo aspetto, d’altronde, è uno dei motivi della popolarità dei videogiochi multiplayer online. Si tratta di giochi in rete in grado di supportare centinaia o migliaia di partecipanti contemporaneamente connessi con internet ed è tipicamente ambientato in un gigantesco mondo virtuale persistente, in cui si trascorrono giorni, settimane o mesi. Questo vale anche per le comunità virtuali sui social media, in cui se le persone sono consapevoli di viaggiare in un mondo virtuale, popolato da alti individui reali, la gran parte dei partecipanti ritiene tollerabile e piacevole poter vivere esperienze della vita in quei contesti.

In un futuro non troppo lontano, con molta probabilità ci saranno realtà virtuali sempre più allettanti e complicate che faranno parte integrante della vita

Secondo gli esperti, in un futuro non troppo lontano, con molta probabilità ci saranno realtà virtuali sempre più allettanti e complicate che faranno parte integrante della vita e considerate un’estensione della stessa. Le reazioni entusiaste e la capacità delle persone di sapersi adeguare alla virtualità stanno ad indicare il cambiamento del concetto di realtà. L’esperienza vissuta da moltissime persone attraverso smartphone ed altri dispositivi tecnologici è, dunque, mediata e, spesso, indirizzata da un algoritmo capace di conformarla al paradigma culturale preferito dall’utente. Maggior tempo si trascorre con la tecnologia più cresce la confidenza con essa, anche col mondo virtuale, non ci si preoccuperà molto di quello che è virtuale col mondo fisico.

Non si vuole mettere in dubbio le previsioni degli esperti, che in quanto tali dovrebbero essere competenti della loro materia, quindi “ipse dixit”. Tuttavia, il cittadino comune, che non ha né voglia, tempo e strumenti di interessarsi alle interpretazioni teoriche, ma è completamente coinvolto nel quotidiano, si pone una domanda banale, forse, ma sintomatica. Ossia: “Non si corre il forte rischio, dopo aver trascorso giorni, ad esempio sulle piattaforme di videogiochi multiplayer, se non di confondere il virtuale con il reale, di rincitrullirsi, per cui quando si ritorna sulla terra con si sa che pesci pigliare?”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa